Commissioni. D’Alema lascia il Copisar. Casini raggiunge il Cav in Affari Costituzionali

Giro di valzer nelle commissioni parlamentari a Montecitorio. Oggi Massimo D’Alema ma prima ancora è stato il turno di Pier Ferdinando Casini a cambiare casacca. Il leader dell’Udc con l’approssimarsi della fine dell’esperienza di governo di Silvio Berlusconi ha fiutato che con l’avvento di Mario Monti si potessero creare quelle condizioni per fare quelle riforme costituzionali di cui si parla da anni. Prima ancora delle dimissioni del Cav dalla presidenza del Consiglio, si è spostato in commissione Affari Costituzionali. In questa commissione siede anche il leader del Pdl. E questo non è da considerarsi una pura coincidenza. Oltre le riforme costituzionali, i due sono uniti da una forte amicizia personale. Casini ha lasciato la commissione Giustizia lo scorso 10 novembre, con due giorni di anticipo rispetto alle dimissioni del Cavaliere.

Quello del leader dell’Udc Casini è un peregrinare senza tregua da una Commissione all’altra: l’ex presidente della Camera ha iniziato la legislatura nella commissione Esteri, insieme agli altri leader. A settembre dello scorso anno, quando era abbastanza chiaro che la ripresa dei lavori parlamentari sarebbe stata caratterizzata da provvedimenti giudiziari, si è trasferito alla Giustizia. Ora, archiviata la stagione berlusconiana, e, aperta, forse, quella delle riforme, il leader Udc non vuole evidentemente stare in panchina e ha optato per la Commissione presieduta da Donato Bruno.

Probabilmente li raggiungerà anche Massio D’Alema. L’ex presidente del consiglio, come ha annunciato durante la riunione del gruppo parlamentare Pd di Montecitorio,  rimetterà il mandato di presidente del Copasir nelle mani dei presidenti delle Camere, subito dopo l’approvazione della fiducia. La presidenza di questa fondamentale commissione per la sicurezza dello Stato, abitualmente presieduta da un leader delle opposizioni, con il voto di oggi e le dimissioni del leader Maximo potrebbe andare nelle mani della Lega Nord. Il carroccio è l’unico partito, assieme a Scilipoti e alla Mussolini, a non aver votato la fiducia a Mario Monti. Esclusa la presidenza a singoli parlamentari, da via Bellerio prende sempre più quota il nome Roberto Maroni. L’ex ministro degli Interni viene accreditato anche come nuovo presidente della Lega Nord alla Camera dei Deputati. Lui per ora smentisce tutto e dice di “non essere in cerca di niente”.

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