Il decreto energia, che ha provveduto a calmierare almeno temporaneamente il prezzo dei carburanti, offre anche una interessante misura per i dipendenti delle aziende del settore privato: i buoni benzina esentasse fino a 200 euro, veri e propri voucher che non concorrono alla formazione del reddito e che l’impresa può decidere o meno di concedere, ad esempio nell’ambito di piani di welfare aziendale.

Draghi sul decreto

“A differenza degli scorsi provvedimenti, gran parte degli interventi di oggi non sono finanziati dal bilancio pubblico, ma dalle aziende del comparto energetico” ha detto Draghi in conferenza stampa, presentando il provvedimento con le misure a contrasto dell’impennata dei costi dell’energia, aggravati dagli effetti della guerra in Ucraina.

Il bonus benzina

Il decreto è stato anche da un contributo per il carburante nei confronti delle aziende: 200 euro di buoni benzina ceduti a titolo gratuito da aziende private ai lavoratori dipendenti, che non concorrono alla formazione del reddito. Riguardo le modalità di erogazione del bonus, è presumibile che le aziende si coordinino con i sindacati tramite accordi che le regoleranno, così come è possibile che le imprese decidano di concedere il beneficio unilateralmente.

Modalità

Non è previsto che alle imprese arrivino dallo Stato dei finanziamenti specifici per fornire i buoni in questione ai dipendenti, così come non esistono automatismi in base ai quali ai dipendenti spettino i voucher. La norma inserisce semplicemente i buoni benzina esenti IRPEF tra le prestazioni esentasse di welfare aziendale, previste dall’Articolo 51 del Testo unico imposte sui redditi.

Franchigia

Il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati non concorre a formare il reddito laddove non superi la soglia di 258,23 euro. In questa franchigia erano normalmente già compresi eventuali buoni benzina. Ora, con la nuova disposizione, i 200 euro si aggiungono alla franchigia, per cui in tutto il tetto massimo per il 2022 dei fringe benefit aziendali è portato a 458,23 euro.