Trump ritira gli Usa dall’accordo sul clima di Parigi. Il presidente Usa lo aveva annunciato su Twitter. ‘Per mantenere il mio impegno solenne di proteggere i cittadini americani, gli Usa si ritireranno dall’accordo sul clima di Parigi’, ha detto in serata Trump, parlando nel Giardino delle rose della Casa Bianca nell’atteso discorso relativo all’accordo di Parigi.

‘Gli Stati Uniti cominceranno a negoziare un nuovo accordo sul clima’, ha aggiunto il tycoon: ‘Vogliamo un accordo che sia giusto. Se ci riusciremo benissimo, altrimenti pazienza’. Con l’amministrazione Trump gli Usa saranno il Paese più pulito e ambientalista della terra, avremo l’aria piu pulita, l’acqua più pulita, saremo ecologisti ma non metteremo fuori mercato le nostre aziende e cresceremo rapidamente. Lavoreremo perché gli Usa siano leader delle politiche ambientali ma con oneri ugualmente divisi tra le nazioni di tutto il mondo.

Ma l’annuncio del presidente fa esplodere rabbia e attacchi da più parti. Prima di tutti dall’ex presidente Barack Obama, che dice: ‘L’amministrazione Trump si sta unendo a una piccola manciata di nazioni che rifiutano il futuro’.

‘Oggi è un triste giorno, perché un partner chiave volta le spalle alla lotta contro il cambiamento climatico globale. L’Ue è profondamente dispiaciuta per l’unilaterale decisione dell’amministrazione Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi’, così il Commissario europeo per l’energia, Miguel Arias Canete, ha dichiarato in una nota dalla Commissione dopo l’annuncio del presidente Usa, aggiungendo che l’annuncio galvanizza e che continueremo con i nostri partner e aperti a nuove alleanze.

‘Pacta sunt servanda. E’ una questione di fiducia e leadership. Questa decisione danneggerà gli Stati Uniti e il pianeta’, ha scritto su Twitter il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

In una dichiarazione congiunta il presidente francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Angela Merkel e il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, hanno espresso il rammarico per la scelta degli Usa di ritirarli dall’accordo universale sui cambiamenti climatici di Parigi che resta una pietra angolare nella collaborazione tra i nostri Paesi per affrontare efficacemente e tempestivamente i cambiamenti climatici e per attuare gli impegni previsti dalla Agenda 2030 sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile.

I tre leader sottolineano di considerare la spinta generata a Parigi nel dicembre 2015 irreversibile e con fermezza crediamo che l’accordo di Parigi non possa essere rinegoziato (risposta negativa, quindi, all’auspicio del presidente Usa Donald Trump che si è detto disponibile a negoziare una nuova intesa) perché è uno strumento vitale per il nostro pianeta, la societa e le economie.

Sul clima non esiste un piano b, perché semplicemente non esiste un pianeta b, ha spiegato Macron.  ‘Uscire dagli accordi di Parigi marginalizzerà gli Stati Uniti. È una decisione moralmente deplorevole, di cui Trump si pentirà. Agire in difesa del clima non è tema di un dibattito politico, ma un imperativo per salvaguardare il Pianeta e chi lo abita’, dichiara Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International.

Gli Stati Uniti danneggiano loro stessi, noi europei e tutti gli altri Paesi del mondo, scrivono in un comunicato congiunto il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel ed altri sei rappresentanti del governo di Angela Merkel, del partito Spd. Compaiono infatti le firme di Brigitte Zypries (Economia), Heiko Maas (Giustizia), Andrea Nahles (Lavoro), Manuela Schwesig (Famiglia), Barbara Hendricks (Ambiente) e Aydan Oezoguz (sottosegretaria).

L’Unione Europea e l’Unione Africana ribadiscono il loro forte impegno alla piena attuazione dell’accordo di Parigi e chiedono a tutti i partner di mantenere lo slancio creato nel 2015, affermano Ue e Ua in un comunicato congiunto diffuso dai due esecutivi, in cui è sottolineato che il vertice Africa-Ue del 29-30 novembre a Abidjan sarà l’occasione per confermare la forte solidarietà con i più vulnerabili al cambiamento climatico” e di “lavorare insieme per costruire economie forti e sostenibili.

L’America, la seconda nazione più inquinante del globo dopo la Cina, si era impegnata a ridurre le emissioni del 26%-28% entro il 2025. La sua uscita potrebbe scatenare un effetto a catena, e mettere in dubbio anche gli impegni di Pechino.

La scelta di Trump può diventare formale, richiedere tre anni, e consentire ripensamenti. Ma c’è anche una via d’uscita veloce dal trattato Onu. Secondo il New York Times l’uscita dall’accordo di Parigi potrebbe anche trovare uno scoglio in Senato per la ratifica, che richiederebbe i due terzi dei voti, e i repubblicani controllano in Senato 54 seggi su 100.