Clima: dimezzata portata Po, poca acqua in Puglia e Basilicata

Si sta rapidamente esaurendo la portata del fiume Po, praticamente dimezzata rispetto alla media storica e largamente inferiore all’anno scorso. Lo comunica l’Osservatorio Anbi sullo stato delle risorse idriche. Al rilevamento di Pontelagoscuro, nel Ferrarese, il grande fiume segna 631 metri cubi al secondo (la media dovrebbe essere di 1.140; l’anno scorso, in questo periodo, era di 934), avvicinandosi pericolosamente alla prima soglia di criticita’ fissata a quota 600. La ‘grande sete’ continua ad attanagliare anche la Basilicata, le cui riserve idriche sono calate di 12 milioni di metri cubi in una settimana. In Puglia gli invasi sono calati di 11 milioni di metri cubi d’acqua in 10 giorni (segnando una residua disponibilita’ inferiore di circa 81 milioni di metri cubi rispetto al 2019).

Nell’analisi settimanale dell’Osservatorio si rileva come sia proprio il Po a soffrire di piu’ della carenza di piogge, mentre e’ meno tragica la situazione dei principali fiumi lombardi (Adda, Chiese, Ticino, Mincio, Brembo), che rimangono nella media del periodo, perche’ stanno usufruendo dei rilasci dai grandi laghi. Anche i livelli dei bacini, pero’, stanno progressivamente diminuendo: il Lago Maggiore e’ al 56,8% della portata, quello di Como al 41,8%; il Garda all’85%; l’Iseo al 62,1%. Tra i fiumi del Veneto, Piave e Livenza hanno livelli superiori allo scorso anno, non altrettanto invece Adige, Bacchiglione e Brenta. In Piemonte sono in calo settimanale le portate di Dora Baltea, Sesia e Stura di Lanzo. In Emilia Romagna si mantengono sopra la media mensile sia Reno che Trebbia, mentre resta in grave sofferenza il Secchia, con portate praticamente dimezzate. “La situazione complessiva nel Nord Italia – commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) – obbliga ad alzare la soglia di attenzione sull’utilizzo delle risorse idriche, indispensabili all’agricoltura in un’importante fase dei processi colturali”. Nel Centro Italia resta tranquilla la situazione dell’invaso della diga di Penne in Abruzzo (attualmente trattiene 6.91 milioni di metri cubi su una capienza massima pari a 8,80); nel Lazio e’ superiore, all’anno scorso, il livello del lago di Bracciano, mentre e’ inferiore, anche se non preoccupante, il livello idrometrico del fiume Liri-Garigliano. In Sardegna, va segnalato che il riempimento degli invasi e’ sceso a circa il 78% dopo che, nel mese di giugno, si e’ registrato un calo di quasi 100 milioni di metri cubi. Al Sud, e’ sempre la Sicilia a soffrire di mancanza d’acqua, con gli invasi sempre sotto la media, seppur l’isola sia stata colpita da disastrose “bombe d’acqua”. Al contrario, la Calabria continua a vivere un 2020 ‘idricamente felice’ (i bacini Sant’Anna e Monte Marello segnano il record d’acqua nel recente quadriennio) cosi’ come si segnalano in ripresa i livelli idrometri dei fiumi Sele e Volturno in Campania. “Le situazioni differenziate nel Sud Italia, fortemente condizionate dall’estremizzazione degli eventi meteorologici, sono la fotografia della necessita’ di aumentare la resilienza dei territori, attraverso adeguate infrastrutture, che diano maggiori certezze produttive agli agricoltori, migliorando contestualmente la sicurezza idrogeologica – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di Anbi.

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