Cina, Evergrande torna a rischio default

In Cina torna l’incubo del default per Evergrande, il colosso immobiliare che rischia di trascinare con sé nel baratro un bel pezzo dell’economia del dragone.

Il secondo gruppo immobiliare cinese, con sede a Shenzhen, ha dichiarato a gennaio di puntare a una proposta preliminare nell’arco dei sei mesi finalizzata alla ristrutturazione degli oltre 300 miliardi di dollari di debiti accumulati.

La sospensione, la seconda quest’anno, anticipa un obbligo di rimborso previsto di 2 miliardi di dollari per mercoledì e un altro il mese prossimo di 1,4 miliardi di dollari. Un avviso di borsa non specifica le ragioni, ma precisa che “anche tutti i prodotti strutturati relativi alla società” sono stato fermati dalle negoziazioni.

Lo sviluppatore in difficoltà è stato etichettato come inadempiente dalle società di rating internazionali a dicembre, dopo che non era riuscito a far fronte ai suoi obblighi per tempo pur evitando il default. L’azienda ha cercato di vendere attività, con il presidente e fondatore Hui Ka Yan che ha saldato alcuni dei debiti utilizzando la propria ricchezza personale.

I guai di Evergrande, avviati dalla stretta di Pechino sul settore, hanno avuto effetti a catena in tutto il comparto con alcune aziende più piccole inadempienti o alle prese con gravi problemi di liquidità.

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