epa07934670 Police agents detain a demonstrator during a protest over the increase of Metro fares, in Santiago, Chile, 19 October 2019. During this week, protests against the increase of Metro fares have turned into violent riots, as Government declared an emergency state, and soldiers were deployed in the streets. EPA/ELVIS GONZALEZ

Cile, sale a 11 il bilancio delle vittime. Quasi 1500 gli arresti

Due persone sono morte carbonizzate durante il saccheggio ad un grande magazzino di materiali per l’edilizia e il bricolage, durante il quale si è sviluppato un incendio. Salgono così a 11 le vittime di cui si ha notizia dall’inizio delle proteste in Cile. L’incendio si è verificato alla filiale della Costrumart di La Pintana, nella regione metropolitana.

Sale a quasi 1500 il numero delle persone arrestate in Cile per le violente proteste nel fine settimana, di cui circa 650 nella sola capitale Santiago. Lo riferiscono le autorità locali.

Il generale Javier Iturriaga del Campo, incaricato della sicurezza a Santiago del Cile durante lo stato di emergenza dichiarato dopo le violenze dei giorni scorsi, ha detto che nella capitale cilena e nei dintorni sarà in vigore un coprifuoco dalle 22 alle 7 del mattino. Lo riferisce la Bbc. L’esercito aiuterà la polizia a pattugliare le strade durante l’emergenza dichiarata per 15 giorni, durante i quali le autorità potranno limitare la libertà di movimento e di riunione. Eventi culturali e sportivi sono stati cancellati e i negozi ieri sono rimasti chiusi, come pure l’intera rete di trasporto sotterraneo. Centinaia di soldati stanno presidiando le strade di Santiago, per la prima volta dal 1990, quando il Cile tornò alla democrazia dopo la dittatura di Augusto Pinochet. E nonostante le misure le proteste continuano.

 Amnesty International ha sollecitato il presidente cileno Sebastián Piñera a garantire il rispetto dei diritti umani durante lo stato d’emergenza, sottolineando che questa decisione, con cui si affidano alle forze armate funzioni di mantenimento dell’ordine pubblico, non fa che aumentare i rischi che si commettano violazioni. Lo si legge in un comunicato dell’organizzazione a tutela dei diritti umani. “Già nei giorni scorsi, nel contesto delle proteste contro l’aumento del prezzo dei trasporti pubblici, le forze di sicurezza hanno impiegato forza eccessiva e sono stati segnalati arresti arbitrari di manifestanti”, denuncia Amnesty. “Invece di reprimere le proteste, il governo cileno dovrebbe trovare soluzioni alle richieste provenienti dalle proteste e indagare su tutte le denunce di violazioni dei diritti umani segnalate nel corso delle manifestazioni”, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe.

Manifestanti hanno attaccato gli uffici dell’anagrafe di Lo Espejo, località a sud di Santiago del Cile, incendiandoli e provocando importanti danni. Lo riferisce Radio BioBio. I vigili del fuoco sono accorsi sul posto spegnendo le fiamme ed il comandante Jaime Flores ha confermato che l’incendio è stato causato da un gruppo di manifestanti che hanno saccheggiato i locali. Flores ha aggiunto che i danni causati sono importanti perché sono andati distrutti molti documenti dell’anagrafe.

“Siamo in guerra contro un nemico potente e implacabile, che non rispetta nulla o nessuno”: lo ha detto il presidente cileno, Sebastián Piñera, condannando nuovamente le violenze avvenute durante le proteste di questo fine settimana contro l’aumento delle tariffe. Piñera, durante un incontro con i media, ha insistito sul carattere ‘organizzato’ delle proteste sottolineando che “unico scopo” dei responsabili “è quello di causare il maggior danno possibile”.

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