Chiudere i confini senza cercare alleanze utili in Europa.

Sempre di più il futuro del nostro Paese, soprattutto in campo economico, dipenderà da decisioni a livello europeo. I problemi che affronteremo negli anni a venire, dal cambiamento climatico alla difesa, non possono essere risolti dai singoli Paesi. Però l’ Europa appare sempre di più un convitato di pietra, affaticata, lenta nelle sue scelte. Questo vuol dire che decisioni importanti vengono ritardate o sono frutto di compromessi. Se si dà uno sguardo a quelle che sono le normative nel campo fiscale, l’UE è spesso ostaggio del veto di qualche singolo Paese. Si sta cercando di ovviare, con la possibilità di non procedere sempre tutti insieme, ma alcuni Paesi possono andare avanti da soli, così come fu fatto con gli accordi di Schengen e con l’euro. Questo nella speranza che gli stati, inizialmente scettici, possano rivedere le loro posizioni. Si parla di ” Cooperazioni rafforzate”, che non richiede l’ umanità di tutti i Paesi , ma basta che nessuno si ritenga danneggiato dall’ avvio di una nuova politica. Nel frattempo bisognerebbe mettere in campo una serie di alleanze limitate ad alcuni Stati membri per poi estenderle ad altri. Ma questo richiede la presenza di leadership forti e con capacità di visione verso il futuro, ma oggi in Europa, questa dote, sembra scarseggiare. Prendendo in  esame l’ Italia, se la Premier fosse in grado di intessere alleanze, aumenterebbe il nostro peso all’ interno dell’ UE, e con esso la capacità di influire sulle scelte comuni. Ma Giorgia Meloni sembra esaltarsi per il dialogo con Victor Orban, che attualmente presiede il Consiglio d’ Europa e manifesta apertamente le sue simpatie per la Russia, Paese con il quale peraltro, al di là dei formalismi, di fatto siamo in guerra. Un governo si misura anche dal ritardo con cui si rende conto dei cambiamenti in atto. Oltretutto nel nostro Paese manca la formazione professionale di milioni di lavoratori e se si considerano i progetti di transizione verde in campo automobilistico, la formazione è essenziale. Tornando alla capacità di stringere alleanze e al maggior peso all’ interno dell’ UE per incidere sulle decisioni comuni, potremmo proporre la revisione di alcuni aspetti del Green deal. Ma ad oggi l’ unica proposta che il nostro governo è stato in grado di fare, è il ” progetto Albania” nell’ illusione che qualcun’altro ci imiti e segua. Porre  il tema migranti  in Europa è una scelta positiva solo se integrata con scelte di politica interna. Non ci si può limitare a tenere fuori dai nostri confini i migranti, dei quali le nostre aziende hanno bisogno, in mancanza cronica di manodopera. È inutile essere orgogliosi di aver chiuso i confini, è pura propaganda per nascondere i problemi veri del Paese e l’ incapacità del governo nel saperli affrontare e risolvere.

Andrea Viscardi

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