Champions: Villareal-Napoli 0-2, è storia

Ha un passato breve la storia di questo Napoli. Breve, ma intenso, che segue una progettualità vincente. In 5 anni, il club è passato dalla C1 in cui militava nel 2006 agli ottavi di Champions League: un record, un’impresa senza precedenti che rende ancora più esaltante la crescita di questa società, che Aurelio De Laurentiis ha saputo trasformare in un gettito continuo di risultati e denaro. Per trovare qualcosa di simile bisogna andare al Nottingham Forest che nel 1976-77 saliva dalla serie Binglese, vinceva subito il campionato e addirittura due coppe Campioni consecutive. Chissà che non sia di buon auspicio. Nascita La notte di Vila-Real resterà nelle cineteche, verrà ricordata per sempre. E viene da lontano. E’ un pomeriggio di fine settembre, anno 2004, quando nasce l’era del nuovo Napoli. Dopo mesi di tensioni e di trattative, conseguenze del fallimento, Aurelio De Laurentiis comincia la scalata al grande calcio partendo dalla serie C1. Il neo presidente viene accolto con qualche riserva: parla di internazionalizzazione del calcio, di progetti che andranno oltre l’aspetto meramente calcistico. L’ottimismo non è dominante, comunque. Dinanzi a 50 mila spettatori, il nuovo Napoli fa il suo esordio pareggiando 3-3 col Cittadella. In panchina c’è Giampiero Ventura, l’allenatore scelto da Pier Paolo Marino per il grande rilancio. Delusione e promozione, mail primo punto del programma fallisce subito: a giugno, il Napoli viene sconfitto al Partenio dall’Avellino nella finale playoff. Si ripartirà ancora dalla terza serie, dunque. Intanto, Edy Reja ottiene la conferma dopo aver sostituito Ventura alla guida tecnica. Il campionato è una corsa senza ostacoli. I gol del pampa Sosa ridanno alla gente la serie B il 30 aprile 2006, che viene festeggiata con tre settimane di anticipo: la certezza aritmetica arriva col pareggio al San Paolo contro il Frosinone con il risultato di 1-1. Il campionato di B si annuncia tosto. De Laurentiis attacca tutto e tutti dopo la sentenza sportiva di Calciopoli che ha sancito la retrocessione in B della Juve. Teme, il presidente, che il torneo possa essere falsato dalla presenza dei bianconeri. Ma il Napoli di Paolo Cannavaro, Calaiò, Sosa, Montervino, Iezzo è talmente affamato che asfalta tutto e tutti. Il calendario ha deciso che all’ultima giornata Genoa e Napoli debbano incontrarsi a Marassi. Le due squadre arrivano con abbastanza punti sufficienti per evitare i playoff: ad entrambe basterà un pareggio per festeggiare la promozione. Finirà infatti 0-0. Il Napoli ritorna in serie A dopo sei anni ed un fallimento. Riecco l’Europa Nel primo anno la squadra centra il traguarda dell’Intertoto e l’esordio in Europa avviene in Grecia, contro il Panionios. Pier Paolo Marino mette sotto contratto due giovani talenti, Lavezzi ed Hamsik, ed un centrocampista uruguaiano, Walter Gargano. La piazza rumoreggia, non è contenta del mercato, Ma avrà modo di ricredersi. Il ciclo di Reja si chiude prima della fine campionato ma, il sostituto, Donadoni non sa fare meglio. Anzi, viene esonerato dopo la sconfitta di Roma nell’ottobre 2009: al suo posto viene ingaggiato Walter Mazzarri. Champions League Col nuovo allenatore comincia la crescita del Napoli. Lavezzi, Hamsik, De Sanctis, Cannavaro, diventano i simboli del nuovo corso. A loro, va ad aggiungersi un certo Edinson Cavani, e la storia cambia del tutto. Il grande lavoro di Mazzarri fa grande il Napoli, lo porta in Europa League, al primo anno, ed in Champions al secondo, dopo il pareggio al San Paolo, contro l’Inter per 1-1 che qualifica entrambe le squadre alla maggiore competizione europea. Il resto, è storia delle ultime ore. La notte del Madrigal ha fornito solo certezze. In primo luogo, il Napoli è approdato per la prima volta agli ottavi di Champions. Poi, ha confermato la grande qualità del progetto societario di De Laurentiis e di quello tecnico di Mazzarri. Ed infine, la squadra è pronta a riprendere il cammino anche in campionato ora che la missione Europa è stata in parte compiuta.

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