Cgil-Cisl e Uil unite sul lavoro

Nessun canale di confronto è aperto tra i sindacati ed il premier,  che  accusa la leader della Cgil, Susanna Camusso,  e sembra invece dialogare solo con Confindustria. E’ alto il pressing su Matteo Renzi con la consapevolezza della Cgil che la battaglia su Jobs act ed articolo 18 sarà lunga e che non saranno nè la decisione della direzione del Pd di oggi,  nè l’approvazione della legge delega a mettere la parola fine allo scontro. I leader di Cgil, Cisl e Uil si vedranno oggi e, dopo la fuga in avanti della Cgil, che sarà in piazza San Giovanni a Roma il 25 ottobre e preannuncia lo sciopero generale se ci sarà una accelerazione del Governo con un decreto, misureranno se ci sono margini per ricondurre le diverse posizioni ad una azione unitaria. “Non sarà facile”, viene fatto notare da più parti. Resta molto cauta la Cisl, che vorrebbe ripartire dalla piattaforma lanciata prima dell’estate e cercare quindi una mediazione sull’articolo 18 nel quadro di un confronto più ampio che prevede fisco, politica industriale, investimenti e precarietà. Cauta anche la Uil che attende una posizione chiara e definitiva del governo e che nel pomeriggio terrà una riunione del suo esecutivo proprio mentre sarà in corso la direzione Pd.  Susanna Camusso avverte: “C’è l’idea che nelle prossime 24 ore la direzione di un partito decida tutto ma noi siamo convinti che non è una battaglia dai tempi brevi”. La leader Cgil puntualizza che se il governo ora dice che è possibile mantenere l’obbligo di reintegro per i licenziamenti discriminatori non è una apertura,  perchè è una tutela che già c’è ed è inamovibile e costituzionale,  e che non ha senso parlare di abolizione dell’articolo 18 perchè oggi tutela solo pochi”. Appare  ben rinsaldato l’asse Cgil-Fiom e Maurizio Landini annuncia che anche i metalmeccanici sono pronti allo sciopero generale,  ed anche lui  sottolinea che non sarebbe una concessione quella di non toccare l’articolo 18 per i licenziamenti discriminatori.  Ed a Matteo Renzi il leader Fiom dice: “Le riforme vere si fanno con il consenso e  bisogna avere la pazienza del processo democratico e del confronto”.

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