“Penso che sia necessario stracciare lo Statuto del Pd, ormai obsoleto e già inadatto nel tempo in cui andava di moda il ‘bipolarismo di coalizione'”,  dichiara in una nota Cesare Damiano, dirigente del Partito Democratico. “Lo Statuto – continua – va completamente rifatto, riconsegnando agli iscritti la vera proprietà del partito. La prima operazione da compiere è mettere fine all’anomalia del segretario/candidato presidente del Consiglio. Proporre di essere una forza di alternativa, come ha detto Zingaretti, non significa essere subalterni ai progetti politici di altri: è esattamente il contrario. È quello che non ha avuto il coraggio di fare la sinistra, da quarant’anni a questa parte, di fronte all’affermarsi dell’ideologia liberista. Le conseguenze le stiamo pagando ancora oggi. Il fallimento della ‘Terza via’ in Italia e nei Paesi anglosassoni, Stati Uniti e Gran Bretagna, dovrebbe indurci a elaborare una alternativa di sistema piuttosto che ridurci al ruolo di neoliberisti ‘dal volto umano’, come ci ricorda Stiglitz. La pratica politica della riduzione del danno provocato dalla ideologia del mercato non basta più”. “Se il Pd vuole riallacciare il rapporto con il suo popolo deve essere protagonista di una stagione di riformismo radicale che abbia al suo centro uno sviluppo compatibile con l’ambiente, la qualità del lavoro e la formazione permanente di fronte all’avvento delle nuove tecnologie digitali”.