Certificazione LEED: ‘Il legno PEFC entra tra i criteri per ottenerla’

Il sistema statunitense   di classificazione dell’efficienza energetica  e dell’impronta ecologica degli edifici LEED (acronimo di The Leadership in Energy and Environmental Design), sviluppato dallo U.S. Green Building Council (USGBC), fornisce un insieme di standard di misura per valutare le costruzioni ambientalmente sostenibili. Dalla sua prima elaborazione nel 1998, il LEED è cresciuto fino ad includere più di 7.000 progetti edilizi fra gli stati U.S.A. e altri 30 paesi che coprono 99 km² di aree in sviluppo. L’aspetto principale del LEED è che si tratta di un processo aperto e trasparente dove i criteri tecnici proposti dai comitati LEED vengono pubblicamente rivisti per l’approvazione da più di 10.000 organizzazioni che formano parte del USGBC. Il Green Building Council degli Stati Uniti, che gestisce la certificazione LEED, ha deciso di includere i prodotti legnosi da fonti certificate PEFC tra i sistemi per acquisire il punteggio utile a ottenere la certificazione di sostenibilità degli edifici. La notizia è stata salutata con favore da tutti i soggetti coinvolti nel settore della filiera foresta-legno-edilizia interessati alla sostenibilità delle prestazioni degli edifici.  Il Green Building Council statunitense (USGBC) ha infatti deciso di includere l’utilizzo di prodotti realizzati con il legno delle foreste certificate secondo lo standard PEFC tra i criteri per ottenere la prestigiosa certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design). La decisione dell’US Green Building Council  risponde alle tante richieste di riconoscimento degli addetti ai lavori che utilizzano e producono materiali certificati per i propri progetti.   La notizia infatti non assume rilevanza solo negli Stati Uniti, le conseguenze saranno subito importanti anche per chi crede nell’edilizia sostenibile e la decisione dell’USGBC amplia infatti le tipologie di edifici per i quali è possibile far valere l’uso dello schema PEFC per ottenere i crediti della certificazione LEED.  L’USGBC ha deciso di emettere un alternative compliance pat (ACP, una sorta di percorso alternativo di conformità per acquisire il punteggio necessario a ottenere la certificazione LEED) che premia i progetti di edifici che prevedono l’uso di prodotti legnosi da fonti certificate, come definite dal protocollo ASTM D7612-10, che include tra gli standard di certificazione forestale volontaria lo schema PEFC. L’ACP è una sorta di percorso pilota che verrà confermato in futuro in base a quanto verrà utilizzato da architetti e progettisti.  Attualmente, circa 75mila progetti condividono tale certificazione e 17 ettari di spazi edilizi vengono certificati LEED ogni giorno. Finora il Green Building Council Italia aveva riconosciuto l’uso di materiali e prodotti certificati secondo i principi PEFC per tutte le tipologie di edifici di carattere residenziale nel protocollo GBC HOME. Antonio Brunori, segretario generale di PEFC Italia sottolinea che GBC HOME ha rappresentato senz’altro un valido apripista per le scelte degli operatori nel campo dell’edilizia sostenibile italiana, ma d’ora in poi lo standard PEFC farà acquisire punteggi ai fini della certificazione LEED anche per tutti gli edifici al mondo. Gli edifici certificati dai LEED utilizzano risorse chiave più efficienti rispetto a edifici convenzionali che sono semplicemente edificati in base ai regolamenti di edilizia  civile. Hanno un ambiente di vita e di lavoro più sano, che contribuisce ad una maggiore produttività e all’incremento della salute e del comfort degli impiegati. Il dipartimento USGBC ha compilato una lunga lista di benefici derivanti dall’implementare una strategia LEED, con vantaggi che vanno dal miglioramento della qualità dell’aria e dell’acqua fino alla riduzione dei rifiuti solidi, beneficiando così sia i proprietari, che gli occupanti, e la società nel suo insieme. Spesso quando si cerca di ottenere la certificazione LEED, si verifica un incremento nei costi iniziali del progetto e della costruzione, per diverse ragioni. Una ragione è che i principi della costruzione sostenibile possono non essere del tutto compresi dai professionisti della progettazione (architetti e ingegneri) che svolgono il progetto. Potrebbe essere richiesto tempo da spendere sulla ricerca. Alcuni tra i punti più fini della certificazione LEED (specialmente quelli che richiedono uno standard costruttivo superiore al normale) possono portare a incomprensioni da parte dei vari gruppi che progettano, quelli che costruiscono, e il cliente finale, portando spesso a ritardi. Inoltre può esserci una carenza di disponibilità delle componenti costruttive che sono richieste dagli standard LEED. Esistono dei costi burocratici per la richiesta della certificazione LEED, che si materializzano nella corrispondenza con la USGBC, la consulenza di progettisti esperti nel LEED, e il contratto di una Commissioning Authority (CxA) che non sarebbero necessari a un normale progetto ecologico e ambientalmente responsabile che non richiedesse la LEED certification. Comunque questi maggiori costi iniziali possono essere efficacemente mitigati dai risparmi che si ottengono nel tempo grazie a costi operativi, minori rispetto allo standard industriale, che sono tipici degli edifici con certificazione LEED. Ulteriori ritorni economici possono aversi per l’aumento di produttività degli impiegati che si trovano a lavorare in un ambiente più sano. Alcuni studi hanno suggerito che un investimento iniziale extra pari al 2% del totale permetterà risparmi superiori a dieci volte l’investimento iniziale, spalmati sul ciclo di vita produttiva dell’edificio (da 50 a 100 anni).

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