Ceppo d’albero viene mantenuto vivo da alberi vicini

Un’interessante scoperta è stata effettuata per quanto riguarda un ceppo di kauri (Agathis australis), un albero caratteristico delle foreste della Nuova Zelanda.

Secondo gli autori di uno studio pubblicato su iScience , una peculiare disposizione degli alberi stessi e soprattutto delle loro radici, profondamente interconnesse, permette al ceppo, sostanzialmente la rimanenza di un albero morto, di poter vivere, e agli alberi vicini di ottenere determinati vantaggi.

Si tratta dunque di una disposizione simbiotica tra esemplari della stessa specie che per certi versi, qualora venisse riscontrata anche in altre specie, può anche cambiare l’idea che abbiamo di alberi quali singole unità, una definizione che, per esempio, stiamo sempre più smettendo di utilizzare quando parliamo di funghi, notoriamente specie viventi profondamente interconnesse tra loro.

Attualmente i ricercatori non hanno ancora ben chiaro quali siano i motivi che spingono gli altri alberi a mantenere vivo un ceppo all’apparenza inutile ma hanno comunque fatto delle ipotesi. Si tratta, secondo i ricercatori, di interazioni molto più complesse di quanto si potesse pensare.

All’inizio i ricercatori hanno notato che il ceppo non era morto e che anzi produceva della resina. Hanno quindi scoperto che dell’acqua scorreva attraverso i tessuti del “moncone” e che il suo tasso di respirazione era equiparabile a quello degli alberi intorno.

Analisi più approfondite dei flussi di acqua interni mostravano che il ceppo era inattivo durante il giorno e attivo durante la notte e nei giorni di pioggia. In queste situazioni cominciava a smistare la propria acqua e presumibilmente anche sostanze nutritive nonché carbonio.

Riusciva ad eseguire questi compiti pur non avendo alcuna foglia, l’elemento essenziale per lo scambio di gas e per la fotosintesi nonché per la produzione di carboidrati.

I ricercatori notavano che ci riusciva grazie alle sue radici profondamente innestate con quelle degli alberi. Grazie a queste interconnessioni riesce a sopravvivere nonostante non sia più in grado di produrre carboidrati.

Tuttavia anche gli alberi viventi intorno sembrano ottenere vantaggi secondo i ricercatori.

L’interconnessione aumenterebbe la stabilità degli alberi stessi sui pendii ripidi della foresta e migliorerebbe l’accesso alle risorse, in primis acqua e sostanze nutritive.

Si tratta però di analisi fatte su un solo ceppo e quindi si possono considerare come ipotesi, come specificano gli stessi ricercatori: ulteriori analisi andranno effettuate in futuro anche per capire quanto siano diffusi sistemi sotterranei del genere anche in altre specie di alberi.

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