Cassa integrazione, in arrivo nuovo decreto

Le aziende e i lavoratori che hanno esaurito le settimane di cassa integrazione potranno ripresentare domanda e godere ulteriormente del sostegno: lo hanno confermato i ministri Nunzia Catalfo e Roberto Gualtieri, dopo aver annunciato un nuovo decreto a tal proposito.

La situazione è questa: le aziende che hanno presentato domanda per ottenere la cig a marzo, quando la pandemia aveva costretto al blocco delle attività non essenziali, stanno esaurendo le 14 settimane di cassa integrazione loro riconosciute dai decreti approvati durante il lockdown. Il problema principale però è adesso uno: per richiedere le ulteriori 4 settimane approvate con il Dl Rilancio gli imprenditori – stando a quando stabilito dal decreto legge – dovranno aspettare fino a settembre. C’è quindi un buco di quasi due mesi e mezzo.

Cosa può fare, allora, chi ha esaurito o sta per esaurire le settimane di cig e non può permettersi di pagare,  né tanto meno licenziare, visti i divieti, i propri dipendenti? I lavoratori, molti dei quali sono stati già costretti a fare i conti con i disagi dovuti ai ritardi dei versamenti, dovranno rimanere in attesa – e senza soldi – fino alla fine dell’estate?

Ebbene, consapevole della situazione, il Governo ha annunciato di essere a lavoro su un nuovo decreto. Una sorta di “tappa buchi”, che permetterà di ripresentare la domanda cig in deroga prima di settembre.

La risposta del Governo è arrivata dopo le pressanti richieste dei sindacati che, consapevoli delle difficoltà a cui andavano incontro lavoratori e imprenditori, si sono rivolti direttamente ai ministri.

Per segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, tuttavia, la cassa integrazione non basta. Infatti, in una lettera indirizzata alla Catalfo e al presidente dell’Inps Pasquale Tridico, le associazioni sindacali avevano richiesto aiuti di sostegno al reddito e una piena copertura degli ammortizzatori sociali almeno fino alla fine dell’anno. Le misure approvate dai Decreti Cura Italia e Rilancio, stando a quanto riportato, si sono dimostrati per molti versi “insufficienti“, per questo bisogna promuovere azioni diverse, accompagnando la a ripartenza delle imprese più colpite dall’emergenza Coronavirus ma anche tutelando i loro dipendenti.

Solo in questo moto le aziende italiane saranno in grado di sopravvivere alla crisi.

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