Un momento della manifestazione nazionale di Cigl, Cisl e Uil del primo maggio, Prato, 1 maggio 2018. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

Cassa integrazione, dai nuovi beneficiari ai requisiti: cosa cambia nel 2022

Cassa integrazione, cosa cambia con la legge di Bilancio 2022: dai beneficiari agli obblighi contributivi, le novità

La legge di Bilancio 2022 ha disposto un riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali e cassa integrazione, innovando le disposizioni relative sia agli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro sia agli ammortizzatori riconoscibili in caso di disoccupazione involontaria.

Le novità si riferiscono ai periodi di sospensione o di riduzione dell’attività lavorativa dal 1° gennaio 2022, quindi non si applicano alle richieste per periodi iniziati nel 2021. Le novità sono riportate nella circolare n. 1 del 3 gennaio del Ministero del Lavoro.

Indice

Cassa integrazione, cosa cambia nel 2022

Estensione lavoratori ammessi

Requisiti anzianità di effettivo lavoro

Requisito per accesso CIGS

Gli obblighi contributivi per aziende e lavoratori

Importo

Cassa integrazione, cosa cambia nel 2022

Tante le novità introdotte dalla legge di Bilancio: innanzitutto i beneficiari della cassa integrazione, che a partire dal 1° gennaio 2022 comprendono i lavoratori a domicilio e agli apprendisti. Inoltre, viene previsto un abbassamento del requisito di anzianità di effettivo lavoro. Per quanto riguarda la CIGS, dal 1° gennaio 2022 il trattamento viene concesso anche alle aziende che hanno assunto più di 15 dipendenti.

Estensione lavoratori ammessi

Una delle novità è l’estensione della platea dei lavoratori beneficiari ammessi alla cassa integrazione. Possono essere destinatari del trattamento di integrazione salariale, ad esclusione dei lavoratori con la qualifica di dirigenti:

i lavoratori a domicilio;

i lavoratori con apprendistato di alta formazione e di ricerca;

i lavoratori con apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore e di apprendistato di alta formazione e ricerca.

Requisiti anzianità di effettivo lavoro

Il requisito di lavoro maturato presso l’unità produttiva passa dai precedenti 90 giorni a solo 30 giorni. Per calcolare il numero di giorni, bisogna partire dalla data di presentazione della domanda di autorizzazione alla cassa integrazione guadagni. La circolare del ministero del Lavoro chiarisce anche che vanno ricomprese nel conto anche le giornate “di sospensione dall’attività lavorativa derivanti dalla fruizione di ferie, festività, infortuni e astensione obbligatoria dal lavoro per maternità”.

Questo criterio non si applica per la CIGO, in relazione alla “causale di evento non oggettivamente evitabile nel settore industriale”.

Requisito per accesso CIGS

Le tutele dalla cassa integrazione guadagni straordinaria sono estese a tutte le imprese (con più 15 dipendenti) che non accedono ai fondi di solidarietà bilaterali, fondi bilaterali alternativi e al fondo territoriale intersettoriale delle province autonome di Trento e Bolzano. In tal modo, l’integrazione salariale straordinaria viene garantita ai datori di lavoro con più di 15 dipendenti indipendentemente dal settore lavorativo.

Il requisito dei 15 dipendenti è calcolato comprendendo anche i dirigenti, i lavoratori a domicilio, gli apprendisti e i lavoratori che prestano la loro opera con il vincolo di subordinazione.

Gli obblighi contributivi per aziende e lavoratori

Per quanto riguarda gli obblighi contributivi, il contributo ordinario CIGS è pari allo 0,90 per cento, “di cui 0,60 per cento a carico dell’impresa e 0,30 per cento a carico del lavoratore”.

Sono tenuti al versamento del contributo ordinario tutti i datori di lavoro, a prescindere dal settore di appartenenza, che occupano mediamente più di 15 dipendenti.

Le imprese che fanno richiesta per i trattamenti della CIG, sia ordinaria che straordinaria, sono tenute a pagare un contributo addizionale obbligatorio. La misura della quota viene stabilita in base all’utilizzo dell’integrazione salariale da parte della ditta, “maggiore è l’intensità di utilizzo degli stessi, più alta è la percentuale del contributo addizionale che dovrà essere pagata dall’azienda”.

Importo

Dal 1° gennaio 2022, si ha l’eliminazione del cosiddetto tetto basso della misura del trattamento di integrazione salariale, con la previsione, invece, di un unico tetto della prestazione pari a quello alto, indipendente dalla retribuzione.

Detto importo è calcolato e rivalutato annualmente dall’Inps secondo gli indici Istat e prescinde dalla retribuzione mensile di riferimento dei lavoratori. Per l’anno 2021, è stato quantificato in € 1.199,72.

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