Cassa depositi e prestiti: misione compiuta per Renzi che ha varato la nuova era

ROMA – Missione compiuta. In poco meno di un paio di mesi, Matteo Renzi è riuscito a defenestrare i vertici della Cassa Depositi e Prestiti. La società pubblica, custode dei risparmi postali degli italiani, ha un nuovo presidente, un nuovo amministratore delegato, un nuovo consiglio e una nuova governance. A deciderlo è stata l’assemblea della società, che ieri si è riunita prima in sede straordinaria e poi in sede ordinaria. Non è stata però una cosa rapida, i tempi dell’assemblea si sono prolungati fino a sera, perché il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, referente dell’azionista pubblico, ha voluto informare il consiglio dei ministri dei cambiamenti. Del resto, come si è detto, si tratta di una svolta, e non solo perché cambiano i vertici con Claudio Costamagna che sostituisce alla presidenza Franco Bassanini e Fabio Gallia numero uno di Bnl che prende il posto di amministratore delegato. Durante l’assemblea è stata effettuata anche una modifica statutaria, in riferimento all’attenuazione della clausola etica, con la previsione dell’ineleggibilità negli organi di gestione solo nel caso di condanna di primo grado, e non più anche solo per il rinvio a giudizio. In tal modo l’assemblea, in sede ordinaria ha potuto nominare nel consiglio Fabio Gallia che da amministratore della Bnl è stato coinvolto nel procedimento di Trani, sui derivati e al quale lunedì il nuovo consiglio della Cassa attribuirà le deleghe di amministratore delegato della società. Il nuovo assetto di comando della Cassa Depositi e Prestiti, diventerà operativo il prossimo 13 luglio e passerà immediatamente al lavoro per predisporre il piano industriale 2016-2018. Le nuove linee strategiche, dovranno però tener conto delle condizioni imposte dalle Fondazioni, nella lunga e delicata assemblea che ha avallato il nuovo management, i soci bancari sono riusciti ad ottenere garanzie sulla distribuzione di dividendi e hanno presidiato il paletto giuridico, che vieta di investire in società in perdita. Non solo le banche hanno chiesto e ottenuto, un duplice sistema di controllo basato sulla creazione di un comitato rischi e di un comitato strategico, che saranno guidati dal vicepresidente. In questo modo, le Fondazioni hanno manifestato concretamente il loro no alla trasformazione della società di via Goito, in una nuova Iri come vorrebbero invece Renzi e il suo consulente, Andrea Guerra.

Fabio D’Amora

Circa Alessandro Moschini

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