Caso Grillo: la Procura di Tempio Pausania chiede il rinvio a giudizio

Ciro Grillo e i suoi amici, tutti accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa italonorvegese, all’epoca 19enne, saranno processati. La Procura di Tempio Pausania ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro. I fatti risalgono a luglio 2019, quando i giovani si trovavano in vacanza a Porto Cervo, nella villa di Beppe Grillo.

I quattro indagati sono Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, tutti 22enni e originari di Genova.

Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Laura sono accusati anche di violenza sessuale nei confronti di una seconda ragazza, amica della vittima che ha denunciato lo stupro, per via di una serie di foto scattete mentre lei dormiva, in cui i tre sarebbero ritratti totalmente nudi e in pose oscene.

Il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle è stato risentito a Genova dai Carabinieri. Oltre a lui dovevano essere ascoltati anche Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, ma i due hanno rinunciato al nuovo interrogatorio,  come consigliato dai propri legali.

I difensori starebbero inoltre conducendo accertamenti autonomi sulle celle telefoniche agganciate dagli smartphone degli accusati nelle diverse fasce orarie, al fine di capire quanto tempo la vittima avrebbe trascorso con i suoi aggressori e confrontare le versioni fornite dai protagonisti della vicenda.

La vittima ha presentato denuncia ai Carabinieri di Milano otto giorni dopo il fatto, raccontando di essere stata prima abusata, in stato di alterazione dovuta all’alcol, prima da Francesco Corsiglia e in seguito dagli altri tre.

Beppe Grillo, in difesa del figlio, ha pubblicato nelle scorse settimane un video che ha scatenato numerose polemiche. L’ex comico aveva dichiarato di ritenere poco attendibile la versione della studentessa proprio per il tempo trascorso tra il fatto e la denuncia alle forze dell’ordine.

Gli indagati hanno sostenuto dal principio la consensualità dei rapporti sessuali con la giovane. Nel corso delle indagini sono spuntati tuttavia dei messaggi all’interno delle chat con amici in cui la ragazza viene descritta come una preda.

 I quattro potrebbero anche chiedere il giudizio abbreviato, puntando così a uno sconto di pena. La Procura di Tempio accusa i quattro (difesi dagli avvocati Enrico Grillo, Sandro Vaccaro, Gennaro Velle, Romano Raimondo, Ernesto Monteverde) d’aver violentato una studentessa italo-norvegese di 19 anni; mentre a Grillo jr, Capitta e Lauria è contestato anche un secondo abuso, che sarebbe stato commesso ai danni di una amica della vittima, ritratta in una alcune foto oltraggiose a sua insaputa mentre stava dormendo. I fatti contestati sono avvenuti alle prime ore del 17 luglio 2019. Secondo la denuncia presentata otto giorni dopo la vicenda dalla ragazza ai carabinieri di Milano, il responsabile della prima violenza sarebbe stato stato Corsiglia e poi sarebbe avvenuto lo stupro di gruppo da parte degli altri tre indagati. I quattro però, e questa è sempre stata la loro difesa, sostengono che la ragazza ea consenziente.

Gli avvocati intanto contano di completare il loro approfondimento sulle «celle» agganciate dai telefonini dei ragazzi: vogliono definire con precisione quanto tempo trascorse tra il primo e il secondo presunto abuso, poiché in quell’intervallo Grillo, Lauria, Capitta e Silvia lasciarono l’alloggio teatro dei presunti stupri per andare a comprare sigarette da un tabaccaio. Insomma le difese puntano a scandagliare i tempi per accertare con precisione quanto tempo la vittima della presunta violenza sia stata con i suoi aggressori. Nelle scorse settimane Beppe Grillo aveva pubblicato un video in difesa del figlio sul suo blog che aveva scatenato numerose polemiche. Il comico aveva ribadito la linea della difesa, ovvero che i rapporti erano stati consenzienti.

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