Caso Cucchi: tutti assolti in Appello, anche i medici

“Mi devono uccidere per fermarmi”. Così Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, all’indomani della sentenza della Corte d’appello di Roma che ha assolti tutti gli imputati accusati della morte del fratello, Stefano Cucchi: “Non ce l’ho con i giudici di appello  ma adesso da cittadina comune mi aspetto il passo successivo e cioè ulteriori indagini, cosa che chiederò al procuratore capo Pignatone. Il prossimo passo è la Cassazione e la Corte europea. Non è finita qui. Se lo Stato non sarà in gradi di giudicare se stesso, faremo l’ennesima figuraccia davanti alla Corte europea. Sono molto motivata. Mi sono svegliata con l’idea che in realtà abbiamo vinto. L’assoluzione per insufficienza di prove non è il fallimento mio o del mio avvocato, ma il fallimento della Procura di Roma.  Chiederò al procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone  che assicuri alla giustizia i colpevoli della morte di mio fratello, perché due sentenze hanno riconosciuto il pestaggio e lo Stato italiano non può permettersi di giocare allo schiaffo del soldato, come ha detto in aula ieri il mio avvocato. Mio fratello è morto e non si può girare e indovinare chi è stato, devono dircelo loro. Tante volte ho attaccato il lavoro dei pm e sono stata molto criticata per questo, anche in aula dai difensori. Oggi ho l’ulteriore prova che avevo ragione”. Dello stesso avviso è Fabio Anselmo, legale della famiglia: “Il caso Cucchi non finisce qui. Ora aspetteremo le motivazioni della sentenza per preparare il nostro ricorso per Cassazione ma intraprenderemo anche un’azione legale nei confronti del ministero della Giustizia, affinché si possa riconoscerne la responsabilità rispetto alla morte di Stefano”. Tutti assolti, lacrime in aula per sentenza assurda perchè non ci sono colpevoli per la morte di Stefano Cucchi. Non lo sono i sei medici condannati in primo grado per omicidio colposo e oggi assolti in appello. Nè i tre infermieri e i tre poliziotti che già erano stati prosciolti nel processo in Corte d’Assise. “Perchè il fatto non sussiste”, hanno stabilito i giudici della II sezione di Roma. La vecchia insufficienza di prove. Il calvario del giovane romano, morto nel 2009 una settimana dopo l’arresto per droga, con i segni di traumi violenti e denutrizione, non ha dei responsabili. “Una sentenza assurda. Mio figlio è morto ancora una volta”, dice la madre Rita Calore. La sorella del giovane geometra, Ilaria, sempre in prima linea nella vicenda, scoppia a piangere ed attacca: “Una giustizia malata ha ucciso Stefano. Mio fratello è morto in questo palazzo cinque anni fa, quando ci fu l’udienza di convalida del suo arresto per droga, ed il giudice non vide che era stato massacrato. Continueremo la nostra battaglia finché non avremo giustizia,  promettono anche la madre e il padre di Stefano, Giovanni:  “Non si può accettare che lo Stato sia incapace di trovare i colpevoli. Noi vogliamo sapere chi siano i responsabili”. E’ stato Fabio Anselmo a mostrare nelle udienze le foto del corpo di Stefano. All’opposto, i legali degli imputati, sei medici, tre infermieri e tre agenti della polizia penitenziaria. Per tutti l’accusa aveva chiesto la condanna. “Era quello che ci aspettavamo come risultato minimo. Siamo molto soddisfatti”, dice Gaetano Scalise, difensore del professor Aldo Fierro, primario del reparto detenuti dell’ospedale Pertini. “Il punto nodale  è che esistono dubbi sulla causa di morte di Cucchi, e questo esclude la responsabilità del medici”. Una sentenza assolutamente equilibrata perché dà atto dei dubbi che la perizia non era riuscita a risolvere, affermano i legali di Luigi De Marchis Preite, altro medico imputato. “L’effetto mediatico che qualcuno ha voluto portare alla ribalta non ha sortito alcun effetto, malgrado il grande impegno della parte civile,  dice Corrado Oliviero, legale di uno degli agenti :  “Se avessero avuto più coraggio i primi giudici avrebbero loro emesso questa sentenza”. Sono veramente felice di questa sentenza, dice Giuseppe Flauto, uno degli infermieri assolti anche in secondo grado. In primo grado i sei medici erano stati condannati per omicidio colposo. L’inchiesta e il processo per la morte di Cucchi hanno creato in questi anni anche degli schieramenti. “Per gli agenti di custodia non poteva che esserci l’assoluzione, non essendoci stato il pestaggio”,  dice il senatore Ncd Carlo Giovanardi. Per i medici ribadisco quanto detto dall’inizio, perchè Cucchi doveva essere curato e alimentato anche coattivamente. C’è una responsabilità morale di averlo fatto morire di fame e di sete”. L’omicidio di Stefano Cucchi rimane una ferita aperta di fronte al bisogno di verità e giustizia,  scrive invece il leader di Sel Nichi Vendola su Twitter.  Una ferita insopportabile”. “E’ un dolore molto grande, che si somma a tutti gli altri”, commenta Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, 18/enne morto a Bologna nel 2005 mentre veniva arrestato. Nel suo caso 4 poliziotti sono stati condannati in via definitiva. Soddisfatto invece il sindacato di polizia Sap. “Tutti assolti, come è giusto che sia”, dice il segretario Gianni Tonelli, che chiede al Comune di Roma di non intitolare una piazza a Cucchi. E proprio il sindaco della capitale, Ignazio Marino, si dice senza parole: “Il rispetto per i giudici è massimo ma questa sentenza è dissonante rispetto alle conclusioni formulate dalla Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale del Senato”. Per Amnesty International “verità e giustizia sono ancora più lontane”.

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