Caso Corea del Nord e Salvini: ‘Non riferisco in Aula, non c’entro niente’

Diventa un caso diplomatico e soprattutto politico quello della figlia dell’ex ambasciatore nord-coreano a Roma, riportata a Pyongyang nel mese di novembre contro la sua volontà. La ragazza sarebbe stata prelevata dall’intelligence della Corea del Nord che avrebbe agito, senza autorizzazioni sul territorio italiano.

 La notizia del rapimento – o almeno del trasferimento forzato della figlia dell’ex ambasciatore – ha scatenato una nuova bagarre politica, con il Movimento Cinque Stelle che punta il dito contro Matteo Salvini.

Matteo Salvini venga a riferire in aula quanto prima“, attacca con un Tweet la vice presidente della Camera M5S Maria Edera Spadoni. Duro anche il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano: “La storia di Jo Song-gil e di sua figlia rapita dall’intelligence nordcoreana in Italia, se confermata, sarebbe un caso di una gravità inaudita. Quando avvenne una cosa simile, il caso Shalabayeva, andai direttamente in Kazakistan per incontrarla e capire cosa fosse accaduto e appurammo responsabilità dirette dell’allora Ministro dell’Interno Alfano.

‘Io non c’entro niente “Chiedetelo al ministero degli esteri, è una questione di ambasciate. Io non ne sapevo nulla, non c’entro nulla”, ha dichiarato Matteo Salvini rispondendo alle accuse ai microfoni di Rtl 102.5.

 

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