Per Pier Ferdinando Casini i Cinquestelle hanno imperniato la loro campagna elettorale sulla demonizzazione di Renzi e del Pd, e ritiene, partendo da questi presupposti,  che non sarebbe possibile formare un governo.  E’ anche vero che in politica ‘tutto è possibile’. Bisognerebbe che i presunti vincitori riconoscessero che non hanno vinto…

E’ ovvio che Casini pensa a Salvini e Di Maio: ‘Il loro esibizionismo non ha ragione di esistere. La Merkel non ha proclamato che il mondo ruotava attorno a lei, ma ha costruito un dialogo per scongiurare le elezioni anticipate. In Italia è mancato questo senso del limite: Salvini e Di Maio abbiano umiltà e riconoscano che non hanno la maggioranza assoluta per fare il governo. Se invece vogliono tornare al voto, beh, questa è la strada più diretta…’.

Il Pd deve essere sensibile ai richiami di responsabilità di Mattarella. Ma non può caricarsi l’onere di una situazione così scompaginata. Sarebbe un suicidio e mi auguro che il balletto degli equivoci finisca.

I partiti, dice Casini,  che hanno avuto la maggioranza relativa devono offrire una proposta di governo credibile, che parta dal riconoscimento delle ragioni altrui. Perché le proprie ragioni, da sole, non hanno il 51%.

Fatta questa debita premessa il Pd ha il dovere di sedersi a un tavolo e  dovrebbe sedersi anche,  e soprattutto,  Renzi. Si è dimesso come atto di sensibilità, però ora ha il dovere di guidare la sua comunità perché ne è il leader più riconoscibile e riconosciuto. Non può stare in panchina.

Il Pd legga bene i risultati elettorali: ha vinto pochi collegi uninominali nei quartieri centrali delle grandi città. Mentre il popolo della Cgil ha votato Cinquestelle o addirittura Lega… Alla sinistra del Pd non c’è una prateria, c’è un misero 3%  stando così le cose, bisogna riconoscere che la situazione è quasi compromessa. Operiamo con serietà e cerchiamo di passare dagli slogan autoreferenziali a un accordo sulle cose possibili.

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