‘Caronte&Tourist’, assolti con formula piena l’Ing. Vincenzo Franza e Antonino Repaci, per fatture emesse dall’Avv. Francantonio Genovese

Francantonio Genovese, avvocato,  nipote del più volte ministro Nino Gullotti,  nominato assessore all’agricoltura nella giunta provinciale di Messina di centrodestra, guidata da Giuseppe Buzzanca, deputato all’Assemblea Regionale Siciliana nella XIII legislatura, sindaco della città di Messina, attivo anche nel campo imprenditoriale, azionista e dirigente della società di traghetti ‘Caronte&Tourist’ guidata da Pietro Franza.

Ad onor di chiarezza è utile soffermarsi su alcuni dettagli relativi alla vita politico-imprenditoriale di Francantonio Genovese e sui rapporti che lo legano alla famiglia Franza.   Parliamo  di una famiglia, quella dei Franza  unita da amicizia e da matrimoni:  i Franza e i Genovese. Tutto parte dall’on. Gullotti, con la sorella Angelina andata in sposa al sen. Luigi Genovese.

La saga inizia nella Sicilia del dopoguerra con   la laurea in ingegneria di Giuseppe Franza che inizia a diversificare le attività economiche della famiglia. Giuseppe coglie l’importanza del traghettamento dello Stretto che lo incorona come imprenditore di successo e di credito.

Franza viene  insignito del titolo di ‘consigliere’ della Banca d’Italia, gode della piena fiducia degli Istituti di credito e dei suoi dirigenti: la Banca del Sud, la Cassa di Risparmio dell’onorevole Stagno D’alcontres, il Banco di Sicilia.  Sembrava che l’impero dovesse crollare con le improvvise morti dell’ingegnere e di Gullotti. A questo punto entra in campo sua moglie   Olga e i figli Vincenzo, Helga e Pietro e per il gruppo Franza è un’iniezione di vitalità.  Tutto muove, in tempi recenti, dall’avventura imprenditoriale del futuro Cavaliere del Lavoro Olga Mondello Franza, che la rivista svizzera ‘Schweizer Nachrichten Magazine’ descrive come la ‘Zarina di Messina’.

Le risorse dei traghetti e delle società edili vengono reinvestiti  in nuove finanziarie create nella Roma Capitale. La controllata ‘Cofimer’ arriva a rastrellare ben 4 milioni di titoli Comit e il 15% della ‘Marathon holding’ sigla esordiente nella gestioni patrimoniali e un azionista cresciuto a fianco di Raul Gardini, quel Sergio Cragnotti indagato a Ravenna per false comunicazioni sociali e associazione a delinquere.

La ‘Tourist Ferry Boat’,  del quadrunvirato Franza-Genovese-Gullotti-Mondello, è la vera e propria gallina dalle uova d’oro che si divide   il flusso da e verso la Sicilia con  quasi tre milioni di camion e auto nel solo ’93. Vent’anni fa pubblico e privati si dividevano metà e metà oneri e profitti. Oggi alle Ferrovie dello Stato il 10% e ai Franza  il totale controllo dei traghetti.

Eppure il tutto non era cominciato nel migliore dei modi. Nel 1967 il Consiglio di Stato aveva affermato l’impossibilità della compresenza dei privati nella stessa area dell’azienda pubblica. Quattro anni più tardi, però, ministro Gioia, veniva sancita la fine del monopolio statale per i trasporti dello Stretto.

Da questa premessa arriviamo alla false fatture per consulenze mai effettuate agli enti di formazione controllati da Genovese,  a quelle della società di navigazione Caronte e Tourist di cui è socio assieme ai  Franza. Per il deputato di Forza Italia,  Francantonio Genovese,  un guaio giudiziario dietro l’altro. Che adesso coinvolge anche i soci delle due società, in testa i Franza. Sono nove le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Messina: Vincenzo Franza, Luigi Genghi, Francantonio Genovese, Maurizio La Cava, Massimo La Cava, Sergio La Cava, Olga Mondello, Cosimo Nava, Antonino Repaci.

Ciò premesso, con riferimento al procedimento penale per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti nei confronti dei Sigg.ri Vincenzo Franza e Antonino Repaci (in relazione ad alcune fatture emesse dall’Avv. Francantonio Genovese per sue prestazioni professionali), in data 5 ottobre u.s. la Corte di Appello di Reggio Calabria ha assolto i due imputati dalle accuse loro mosse, perché il fatto non sussiste, recependo quanto affermato dalla Suprema Corte di Cassazione con sentenza n, 6517 del 22 novembre 2020.

Invero, la Suprema Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza di condanna emessa dalla Corte di Appello di Messina nei confronti di Vincenzo Franza e Antonino Repaci, ritenendola affetta dal vizio di illogicità e contraddittorietà della motivazione, rinviando per nuovo giudizio alla Corte d’ Appello di Reggio Calabria che, a circa due anni di distanza dall’annullamento della Suprema Corte di Cassazione, ha assolto con formula piena i Sigg.ri Vincenzo Franza e Antonino Repaci.

Roberto Cristiano

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