Sea-Watch 3 captain Carola Rackete on board the vessel at sea in the Mediterranean, 27 June 2019. Sea-Watch3 captain Carola Rackete told journalists Thursday that she had been promised "a rapid solution" for the 42 desperate migrants on board the Dutch-flagged German GO run rescue ship standing one mile off Lampedusa. ANSA/MATTEO GUIDELLI

Carola Rackete: ‘Pronta a tornare in mare’

Ospite a PIAZZAPULITA, Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3, nota come la Capitana, è tornata a parlare della sua spedizione a Lampedusa e ha fatto sapere di essere pronta e intenzionata a tornare in mare. L’intervento della ragazza tedesca è stato prontamente condiviso da Matteo Salvini che è tornato a puntare il dito contro di lei, che già lo ha denunciato per diffamazione. Reato per cui lo stesso Salvini è indagato.

Carola Rackete: “Bisogna rinnegare la politica dell’odio” Nel corso dell’intervista, Rackete ha ripercorso le ore in cui ha deciso di violare il divieto di ingresso in acque italiane prima di approdare in maniera autonoma e senza autorizzazione al porto di Lampedusa. “Volevamo mantenere fede alle legge internazionale di portare i migranti in un porto sicuro. I porti libici, per un giudizio della commissione Ue, non sono da considerarsi porti sicuri perché violano i diritti umani. Riportare questi uomini i Libia significa violare la convenzione di Ginevra. Lampedusa era il porto sicuro più vicino dove portare le persone salvate”. “Quando sono entrata a Lampedusa non è stata una decisione facile, è stata una decisione arrivata di comune accordo anche con il personale medico di bordo. Ero frustrata con l’Ue ma soprattutto ho sentito il peso della responsabilità per il benessere delle persone che si trovavano a bordo della nave. Bisogna abbandonare e rinnegare la politica dell’odio”. Fonte foto:

 La Capitana ha poi parlato di quelle che a suo avviso sono le responsabilità storiche dell’Europa. “Penso che l’Europa abbia una responsabilità storica per quello che è successo in Africa. Parlo del periodo coloniale. Le strutture dell’epoca continuano ad esistere a livello commerciale ad esempio. In Europa dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Se crei delle condizioni che spingono le persone a lasciare i loro paesi devi accettare che possano voler venire qui. Dobbiamo accettare e integrare le persone che vengono qua”. Carola Rackete assicura. “Sono pronta a tornare in mare per salvare altre persone” “Continuo ad essere sulla lista di emergenza della Sea Watch. Se mi chiamassero andrei immediatamente, sono pronta a salvare altre persone. In Italia continuiamo ad avere vincoli governativi. Siamo pronti a tornare in mare”.

Nella parte centrale della sua intervista Carola Rackete ha parlato anche della battaglia per il clima. “Dopo aver compreso le scienze naturali dobbiamo comprendere le scienze sociali. Dobbiamo apportare cambiamenti radicali, dobbiamo scendere in piazza e adottare formule come il sistema della disobbedienza di massa“.

Durissimo Matteo Salvini, che con un messaggio condiviso sui social ha attaccato la comandante con le stesse parole che gli sono valse la denuncia per diffamazione. “La signorina Carola, viziatella comunista, eroina della sinistra e idolo della tivù italiana, mi ha denunciato e si dice pronta a tornare in mare per portarci navi di clandestini. Non vedo l’ora di andare a processo per andare a guardarla a testa alta!”.

A Carola Rackete a Napoli  è stato assegnato il premio honoris causa Pimentel Fonseca,  prologo del festival internazionale di giornalismo “Imbavagliati”,  ideato da Désirée Klain,  direttore artistico dell’evento. Il motivo? Aver fatto sbarcare a Lampedusa 42 migranti.

“Mi è stato detto più volte che stavo sbagliando, che non era giusto premiare Carola”, rivela la  Klain.

La Rackete,  assente alla premiazione, in collegamento video ha sottolineato l’importanza della solidarietà e dell’impegno comunitario.

Ovviamente non poteva mancare alla premiazione il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: “Salvini si è suicidato politicamente, ma i decreti sicurezza sono ancora lì. Non possiamo fermarci. Confido che i napoletani scelgano sempre l’amore e non l’odio.”

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