Carlo Calenda a Terraverso, su Matteo Renzi e Giorgia Meloni

Carlo Calenda, leader di Azione, è ospite di Terraverso, il podcast di Libero. “Il problema dell’Italia è che non accadono le cose”, dice il senatore, “e la mancanza di senso di appartenenza. Così però la politica diventa una sorta di Grande Fratello”. Parliamo di Matteo Renzi, introduce l’argomento il condirettore di Libero Pietro Senaldi: “Renzi ha provato a fare delle riforme, a partire da quella costituzionale, che era giusta. Tu puoi proporre cose giuste ma le persone ti valutano anche sui comportamenti”. E sulla neo direzione del Riformista: “Gli ho fatto gli auguri. Ma questa scelta è un elemento di confusione: l’alleanza con Italia Viva era preludio per la costruzione di un partito dei liberaldemocratici, popolari e riformisti. Per Renzi invece no… Non c’è niente di personale, è una faccenda politica”. Forse Renzi è meno a sinistra di lei, chiede ancora Senaldi? “Non credo, sono un liberale, ho un approccio pragmatico che rifiuta le etichette. Sono prepolitico: in Italia c’è bisogno di un’area che affronti le cose per quello che sono”. E sull’ex alleato, Calenda chiude ammettendo di aver sbagliato a dire che prende “soldi dall’assassino di Khashoggi”. Sul futuro del suo partito, l’ex ministro è chiaro: “Accanto al partito conservatore, noi stiamo costruendo il partito liberaldemocratico, sul modello europeo”. Dal federalismo al monocameralismo, il leader di Azione elenca il suo programma. Sul mondo del lavoro si dice contrario agli stage gratuiti, “credo che il lavoro vada retribuito”, commenta, “Gli stipendi sono troppo bassi, per questo abbiamo 200mila giovani che se ne vanno dall’Italia”. E propone il Reddito minimo garantito. Emanuele Ranucci, ideatore del format, regala a Calenda uno squalo: “Per il mio tatuaggio, immagino”, sorride l’ospite, “L’ho fatto prima di sposarmi e ho convinto mia moglie che fosse finto. Mi sono rimesso sulla retta via quando è nata mia figlia, a sedici anni”. Nell’intervista Calenda analizza poi la politica ambientale europea. E di Giorgia Meloni dice: “Ha combattuto battaglia per battaglia, è stata resiliente, è così che si ottiene consenso. Le persone vogliono linearità”. Di Elly Schlein invece commenta: “Non fa proposte perché nel merito ha paura di scontentare qualcuno, è una sinistra che evoca soltanto. Ma a forza di fare così si perde la cultura di governo”.

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