Carlo Azeglio Ciampi, un testimone dell’Italia migliore

IL suo scopo fu quello di dar vita ad una tregua per evitare il collasso del sistema.

Un’espressione profonda del suo pensiero a cui s’ispirava” Non prendere impegni che sono al di là delle tue forze. Se però li devi prendere, bando ad incertezze o timidezze, rimboccati le maniche e mettiti a lavorare.” E così percorse le tappe salienti della sua vita:a Bankitalia, a Palazzo Chigi, al Ministero dell’Economia e al Quirinale. Uomo di grande cultura classica, ma anche giuridica ed economica, il suo modo di servire lo Stato si fondava su un alto senso del dovere e di responsabilità verso le istituzioni che rappresentava. Da Presidente della Repubblica fu fedele ai valori repubblicani ed europeisti sui quali si era formato.La sua comparsa sulla scena politica/istituzionale, coincise con un periodo contrassegnato da una lotta politica dominata da un antagonismo fazioso, delegittimazioni incrociate, conflitti istituzionali, economia in stallo, sfiducia dei cittadini verso la classe politica e le istituzioni in generale. Il sistema era quasi al collasso. Occorreva una tregua. Ciampi cercò di costruirla con un’azione che lo vide neutrale rispetto alle forze in campo, che non gli evitò di trovarsi stretto nello scontro infinito tra centrodestra e centrosinistra. Si sforzò di lenire la crisi incitando le forze politiche al dialogo per ridurre i conflitti. Sicuramente l’interlocutore più ostico per lui fu Silvio Berlusconi, che con alcune leggi ad personam e con una riforma della Costituzione, cancellata da un referendum, voleva introdurre un premierato sui generis, che il Quirinale giudicò ‘neobonapartista’.Terreno di scontro fu la giustizia, la politica estera, soprattutto la guerra in Iraq. Contrasti che non hanno, per nulla, oscurato l’azione del Presidente Ciampi,che la gente sentiva vicino ed apprezzava, giudicando, nello stesso tempo. i politici distanti dall’interesse del popolo e sordi alle istanze comuni. Sin da ragazzo aveva sognato un’Italia libera da ideologie fasciste o comuniste, e per questa sua idea è stato giudicato credibile e autorevole. Tra i successi personali per i quali andava fiero, oltre all’ingresso nella moneta unica,l’aver infuso nella mente e nel cuore dei cittadini quel ritorno e rilancio di riti e simboli della Patria.Trovandosi con i giovani spesso citava Ovidio e l’opera ‘Le Metamorfisi’, in cui si racconta che il creatore ha fatto gli animali con il muso rivolto verso il basso, mentre gli uomini li ha voluti con il viso che guarda verso l’alto, verso il cielo e le stelle. Soleva anche dire che una volta venute meno le illusioni bisognava mirare in alto, agli ideali. E questa è l’eredità che ci ha trasmesso un grande testimone dell’Italia migliore, di cui bisogna essere fieri e ricordare negli anni a venire.

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