Toti era in linea con Salvini mentre la Carfagna si era segnalata per una serie d’attacchi contro la deriva sovranista degli ‘azzurri’. In pratica si trovavano su linee opposte.
L’incontro romano tra i due svela l’aria dell’incertezza che si respira nel centro del centrodestra. La Carfagna, pochi giorni fa, incontrava Carlo Calenda, leader di Azione. I giornali che ne parlarono, affermando che i due erano stati ad un passo dal siglare un vero e proprio accordo politico. Se non si chiuse fu, in quel caso, per un problema di organigramma. E non di linea politica, come pure autorizzerebbe a pensare la collocazione della prima nel centrodestra e del secondo nel centrosinistra. Si tratta di una confusione generata dalla nuova legge elettorale che, in ogni caso, porterà taglio delle poltrone e mieterà vittime eccellenti.
Strano è però anche il fatto che, in diversi periodi storici, entrambi sono statii dei ‘figli adottivi’ di Berlusconi, senza il quale semplicemente non esisterebbero oggi politicamente
La cosa strana è data dalla possibilità che possano cercare entrambi l’appoggio in Matteo Salvini. Sarebbe un patto che, qualora si riuscisse a stringere, avrebbe una reciproca convenienza: garantirebbe alla nuova entità politica uno sbocco parlamentare solido; farebbe di Salvini una sorta di ‘federatore’ delle diverse anime del centrodestra, un po’ come fu il Silvio Berlusconi.
Il problema è nella forte coloritura liberal che hanno avuto recentemente molte prese di posizione di Mara Carfagna e che semplicemente appartengono all’altro campo politico: può la Lega di Salvini, per quanto post-ideologica e già oggi composta da molte anime e sensibilità, ‘tollerare’, senza che si generino cortocircuiti, una prospettiva politicamente corretta (sul gender, sull’immigrazione, sull’ ‘etica’ pubblica…)? Non è proprio questo uno di quei pochissimi assi che distinguono una destra da una sinistra, ancora oggi?
D’altronde, i due protagonisti di questo “innamoramento” non previsto hanno ben capito che per un centro che vada da Forza Italia a Italia Viva, oggi, nemmeno con l’eventuale proporzionale in Italia c’è spazio. Con buona pace, direi, dell’attivissimo ed energico Carlo Calenda. E che, se anche tutti i pezzi si aggregassero, il risultato non sarebbe presumibilmente nemmeno quello di una mera sommatoria.
C’è poi un convitato di pietra in tutta questa faccenda, che è proprio Berlusconi e il suo partito. Se, appresso a Carfagna, ci sarà un fuggi fuggi generale in area forzista, cosa farà il suo leader? In tal caso il Cavaliere dovrebbe conquistare il ruolo di ‘padre nobile’ di un centrodestra unito, pur nella diversità multicolore delle sue anime. Cosa, a conti fatti, che non appare possibile…