Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri e Dario Franceschini, Ministro della Cultura durante la discussione sulla fiducia al nuovo governo nell'aula del Senato, Roma 10 settembre 2019. ANSA/FABIO FRUSTACI

Caos sottosegretari, pressing di Conte. Attesa per il Cdm

Meglio accelerare, perché a prendere altro tempo il caos e le tensioni possono solo aumentare. Matura così, con un colloquio di Giuseppe Conte con Luigi Di Maio e Dario Franceschini a margine del Consiglio dei ministri, il tentativo di chiudere entro stamattina la partita della nomina dei sottosegretari. Quarantadue caselle da riempire nel nuovo governo e una marea di aspiranti, mandano a vuoto il tentativo di chiudere in giornata. Il Movimento 5 stelle si incarta tra rose di nomi e recriminazioni di sottosegretari e ministri uscenti.

Stamattina  alle 9.30 una riunione del Consiglio dei ministri, dove è attesa la nomina dei nuovi sottosegretari. Resterebbero però ancora alcuni nodi da sciogliere.

  Conte da giorni è in pressing sui partiti perché gli consegnino al più presto i loro nomi.  Ma quando dal Movimento gli fanno sapere che la trattativa è in alto mare e che serviranno altri giorni, per chiudere magari martedì, chiede di accelerare. Gli fa sponda, a margine del Cdm, il capo delegazione Pd, Dario Franceschini: avanti così, possono solo aumentare gli appetiti – e le successive delusioni – degli aspiranti che rischiano di lievitare di ora in ora. Senza considerare, notano i Dem, che si dà sponda facile alla propaganda di Matteo Salvini. E infatti il leader della Lega, non appena apprende che nel Cdm pomeridiano sarà fumata nera, parte lancia in resta: “Già si scannano per le poltrone. Presidente Mattarella, davvero gli italiani meritavano uno schifo simile?”, dice strattonando il capo dello Stato.

 I nodi aperti restano ancora numerosi. Si lotta comunque casella su casella: in extremis potrebbero spuntare diverse sorprese. M5s dovrebbe avere 22 sottosegretari e il Pd 18, che potrebbero scendere a 17 se a Leu dovesse riuscire in extremis di spuntare due sottosegretari e non solo uno (Rossella Muroni) com’è previsto adesso.

All’Economia, la lista dei papabili nella squadra di Roberto Gualtieri è lunga. Si parla come vice ministri di Antonio Misiani per il Pd e di Laura Castelli in ballottaggio con Stefano Buffagni per il M5s. Come sottosegretari, per il M5s i candidati sono Alessio Villarosa, Giovanni Currò, Marco Pellegrini e Vincenzo Presutto. Per il Pd circolano i nomi di Luigi Marattin e Gian Paolo Manzella. Claudio De Vicenti, ex viceministro del governo Letta, potrebbe entrare come tecnico di area. Anche all’Interno la fila e lunga: per il Pd potrebbero entrare l’integralista piddino Emanuele Fiano  e Franco Mirabelli, ma potrebbe sparigliare Maurizio Martina come vice ministro; per il M5s si sceglierà tra Maurizio Cattoi; Gelsomina Vono; Carlo Sibilia; Elisabetta Trenta e Federica Dieni. Alle Regioni e Autonomie, Francesco Boccia potrebbe trovare nel suo team per il M5s alcuni tra i candidati M5s: Ugo Grassi, Giuseppe D’Ambrosio, Silvana Abate, Maria Luisa Faro, Antonio Federico, Nando Marino e Maria Pallini. Per il Pd circola l’ipotesi di Roberto Morassut con la delega a Roma Capitale.

Agli Esteri, ad affiancare Luigi Di Maio dovrebbe essere confermato Manlio Di Stefano mente candidata per il M5s è anche Emanuela Del Re. Per il Pd si parla di Lia Quartapelle o di Marina Sereni. All’Istruzione il nome che circola con più insistenza, come vice ministra, è quello di Anna Ascani. In alternativa, Simona Malpezzi. Per il M5s si parla di Lucia Azzolina. Alle Infrastrutture e Trasporti, titolare Paola De Micheli, potrebbero approdare per il Pd Massimiliano Manfredi o Piero De Luca. Per il M5s, si parla di Agostino Santillo. Però potrebbe anche spuntare un posto da vice ministro per Buffagni. Lo Sviluppo è guidato da Stefano Patuanelli, con lui potrebbero esserci, in quota M5s, Mirella Liuzzi o i riconfermati Davide Crippa e Andrea Cioffi. Per il Pd circola il nome di Giampaolo Manzella e quello di Antonello Giacomelli, il quale però è anche nel totonomi per l’Authority alle Tlc. Al Lavoro i papabili sono Nunzia Catalfo per il M5s, Piero De Luca e Chiara Gribaudo per il Pd, Erasmo Palazzotto o Arturo Scotto per Leu.
All’Ambiente con il ministro Sergio Costa potrebbero lavorare Rossella Muroni per Leu, Salvatore Micillo e Alberto Zolezzi per il M5s. Alla Cultura potrebbe approdare per il Pd Lorenza Bonaccorsi, mentre il M5s avrebbe in campo Gianluca Vacca, Paolo Lattanzio, Danila De Lucia.

Con Alfonso Bonafede alla Giustizia potrebbero collaborare per il Pd la “padsdaran” dei dibattiti tv, Alessia Morani, Walter Verini, Giovanni Legnini o Roberto Cociancich (che  potrebbe avere anche la delega alle Riforme) e Vittorio Ferraresi, Elisa Scutellà o Gianfranco Di Sarno per il M5s. Alla Salute, dove il titolare è Roberto Speranza, i papabili sono Giorgio Trizzino, Dalila Nesci e Nicola Provenza per il M5s. Alla Pa circola il nome di Simona Malpezzi per il Pd e per il M5s quelli di Roberta Alaimo, Ugo Grassi e Laura Mantovani. Ai Rapporti con il Parlamento potrebbero approdare per il M5s Giuseppe Brescia o Francesco D’Uva. Alla Difesa, il ministro Lorenzo Guerini potrebbe avere come sottosegretari M5s Angelo Tofalo o Gianluca Aresta. Per il ministero di Enzo Amendola, gli Affari Ue, si parla della possibilità di indicare un tecnico come sottosegretario. Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport M5s, potrebbe avere come sottosegretario Pd Patrizia Prestipino. Al ministero del Sud circolano i nomi di Alessio Villarosa, Gelsomina Vono, Federica Dieni, Vita Martinciglio come candidati M5s. Per il Pd quelli di Dario Stefano e Stefano Margiotta. All’Innovazione potrebbe andare come sottosegretario M5s Niccolò Invidia, Andrea Giarrizzo, Laura Mantovani. Alla Famiglia, la ministra Elena Bonetti potrebbe contare sulla M5s Alessandra Maiorino. Infine, da delicata delega all’Editoria potrebbe andare, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, a Andrea Martella o Walter Verini del Pd. Per il M5s, sono candidati per un posto da sottosegretario alla Presidenza Vono, Corbetta, Grassi e Vito Crimi.

M5s fino all’ultimo prova ad esempio a strappare al Pd la delega all’editoria, che i Dem vorrebbero per Andrea Martella (Walter Verini o Giovanni Legnini). Mentre il M5s chiede di avere un unico viceministro al ministero dell’Economia, dove i Dem hanno come ministro Roberto Gualtieri, e lasciare ad Antonio Misiani i galloni di sottosegretario. A via XX settembre i Cinque stelle, che hanno un problema di battaglia interna tra tre contendenti (gli uscenti Laura Castelli e Alessio Villarosa, più Stefano Buffagni) chiedono inoltre di avere ben tre sottosegretari ma, a sentire i Dem, difficilmente la spunteranno.

Ma nelle ultime ore non si spengono le lotte tra correnti e al loro interno. Tra i renziani (con una divisione interna tra fedelissimi di Renzi ed esponenti di Base riformista) spuntano nomi come quello di Piero De Luca, figlio del governatore campano Vincenzo. E poi Roberto Cociancich e Ivan Scalfarotto.

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