Cancro tra prevenzione e cura

‘Oggi il cancro è potenzialmente la più curabile e prevenibile delle patologie croniche’, afferma Carmine Pinto, presidente dell’Aiom, l’Associazione degli oncologi medici italiani, in occasione della presentazione del Rapporto sullo ‘Stato dell’oncologia in Italia 2017′. 

Gli oncologi chiedono alle Istituzioni un programma e una regia unica nazionale contro il cancro, che garantiscano una strategia unitaria per combattere la malattia a cominciare dalla prevenzione fino alle terapie, alla riabilitazione, all’accompagnamento di fine vita, all’umanizzazione dell’assistenza, alla ricerca.

I nostri obiettivi, precisa il presidente Aiom,   vanno in quattro direzioni: diminuzione dell’incidenza e della mortalità per cancro, miglioramento della qualità di vita dei pazienti e istituzione delle reti oncologiche regionali che oggi sono completamente attive solo in Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto e nella Provincia Autonoma di Trento. Le reti rappresentano il modello per garantire in tutto il nostro Paese l’accesso a diagnosi e cure appropriate e di qualità, per razionalizzare risorse, professionalità e tecnologie, e per arginare il fenomeno preoccupante delle migrazioni sanitarie: ogni anno infatti quasi un milione di italiani colpiti dal cancro è costretto a cambiare Regione per curarsi. Servono un programma e una regia unitaria, elemento cardine del ‘Patto contro il cancro’ fra clinici e Istituzioni.

Il cancro, peraltro, è la patologia cronica su cui le campagne di prevenzione mostrano i maggiori benefici. Un ruolo rilevante nell’aumento delle guarigioni va attribuito, oltre che alle nuove terapie, al miglioramento dei trattamenti multidisciplinari che coinvolgono molti specialisti. In questa fase  è indispensabile definire per la prima volta formalmente ruoli, funzioni e prerogative dei professionisti che intervengono nell’assistenza del paziente oncologico.

Nel 2016 in Italia sono stati registrati oltre 365 mila nuovi casi di tumore, circa mille ogni giorno. La sopravvivenza dei pazienti italiani è progressivamente migliorata, grazie al successo dei programmi di screening, all’approccio multidisciplinare e alle terapie innovative.

Ciò ha comportato un aumento dei cittadini che vivono dopo la diagnosi di tumore: sono più di 3 milioni, quasi il 5% della popolazione. E gli oncologi italiani,  assicura Pinto,   sono sempre più attenti al valore dei trattamenti e alle esigenze di razionalizzazione delle risorse. Nel 2015 la spesa per i farmaci anticancro è stata di 4 miliardi e 175 milioni, con un aumento del 7,1% rispetto al 2014, comunque inferiore rispetto al biennio precedente (+9,6%), quando erano passate da 3 miliardi e 557 milioni di euro nel 2013 a 3 miliardi e 899 milioni nel 2014.

Ma serve più impegno in questa direzione chiede Pinto: ‘È stato dimostrato  che se la spesa in prevenzione raggiungesse il livello del 5% previsto dai Lea, l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul Pil scenderebbe dal 9,2% all’8,92%, con un risparmio di 7,6 miliardi di euro. Risorse che potrebbero essere utilizzate per migliorare l’accesso di tutti alle terapie innovative’.

Nel nostro Paese ci sono oltre 300 Oncologie mediche, il 70% delle quali sono strutture complesse e il rimanente 30% è diviso tra strutture dipartimentali e strutture semplici, anche se con una disomogenea distribuzione sul territorio, visto che  la maggior parte è concentrata al Nord. Il 40% ha una struttura dedicata alle sperimentazioni cliniche, anche se le figure professionali di data manager e di infermiere di ricerca mancano ancora di un compiuto inquadramento normativo e sono caratterizzate da elevata precarietà. Inoltre, il 77% è dotato di una Unità farmaci antiblastici (Ufa), il 77% di un’attività di psico-oncologia e il 57% di hospice e assistenza domiciliare, con ancora più marcate difformità a livello nazionale.

In quest’ambito l’Aiom ha promosso da alcuni anni un programma di implementazione per l’umanizzazione dell’assistenza ai malati di cancro, il Progetto HuCare appunto, attuato in molte Oncologie italiane, che ha dimostrato la fattibilità di questa strategia.

Moreno Manzi

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