Campagna elettorale tra presunto sessismo e social

Viene usato spesso il termine sessista e spesso viene usato in modo improprio. In pratica si parla di una vera e propria discriminazione effettuata da una persona o un gruppo di individui nei confronti delle donne, o meglio, di una esso opposto distinzione che si attua sul genere e che determina una disparità nei confronti delle donne. Sessismo perfettamente  si collega al termine maschilismo o maschilista. Ha agli effetti pratici il lato converso del termine femminista. Femminismo è cosa bella e lodevole, maschilismo è cosa brutta e vergognosa.

Il sessista è colui che manifesta un atteggiamento di superiorità nei confronti delle donne, una sorta di odio per le donne,  un misogino.

Il termine sessismo, che di fatto si riferisce alla disparità tra i generi, è utilizzato nella nostra società per connotare atteggiamenti spregevoli a sfavore delle donne.

Anche il semplice fatto di rivolgersi alle donne come “sesso debole” e “gentil sesso” sono connotazioni discriminatori, perché a queste susseguono quelle maschili che indicano gli uomini come il “sesso forte”.

Molto spesso si sente dire che le “donne devono essere rispettate”, ma perché? Non sono individui che meritano considerazione e stima al pari degli uomini e che non devono lottare per ottenere qualcosa di scontato? Anche parlare di isteria per le donne e banale nervosismo per gli uomini è un’altra forma di sessismo.

Tutte le locuzioni che collocano un individuo in una situazione di disparità rispetto a un altro nella vita quotidiana, come sul lavoro, solo perché di generi differenti, si possono connotare come frasi sessiste. Per molte persone, anche le quote rosa in politica, rappresentano un grande segnale di differenze di genere.

Ora parliamo di Massimo Mallegni, senatore di Forza Italia uscente e candidato alle prossime elezioni, che ha ha pubblicato un video su Facebook finito nella bufera, dal nostro punto di vista in modo improprio. Come è noto i social oggi sono teatro della campagna elettorale e delle conseguenti polemiche.  Mallegni è stato accusato di sessismo per uno spot elettorale in cui interagisce con una donna intenta a pulire casa con l’aspirapolvere e un’altra alle prese col ferro da stiro.

Massimo Mallegni è un imprenditore turistico nato a Pietrasanta, in provincia di Lucca, il 28 novembre 1968 ed è  stato sindaco di Pietrasanta due volte: dal 2004 al 2010, e poi dal 2015 al 2017,  e si è dimesso nel 2018, una volta diventato senatore con Forza Italia. Ora è in campagna elettorale: conta di rientrare in Parlamento attraverso le politiche del 25 settembre 2022, sempre col partito di Silvio Berlusconi.

Mallegni usa la sua pagina Facebook ufficiale per condividere i video della sua campagna elettorale, anche perché i social rappresentano il nuovo bacino in cui i politici cercano voti.

Nell’ultimo, condiviso alle 09:09 di lunedì 5 settembre, il senatore interagisce con due donne intente una a passare l’aspirapolvere, l’altra – incinta – a stirare.

Dura in tutto 26 secondi, che però bastano per accendere la polemica e gettare Mallegni nella bufera.

Il forzista, infatti, nel filmato dice: “Occuparsi della famiglia 7 giorni su 7 non è un lavoro? Dal 26 settembre, se saremo al Governo, approveremo una legge per dare uno stipendio e una pensione alle nostre mogli e alle nostre mamme. Ricordatevelo“. Sui social, il suo è stato definito un video “sessista” ed è stato rimosso da facebook. Chiedo ai lettori: dal vostro punto di vista è sessista il video che avete visto?

Il senatore, ripreso dall’Adnkronos, ha poi dichiarato che l’obiettivo del centrodestra, una volta al Governo, sarà “mettere più soldi in tasca agli italiani attraverso la riduzione del cuneo fiscale: oggi per uno stipendio da 1500 euro il datore di lavoro ne spende 3200. La differenza sono tasse che dovranno essere in gran parte restituite al lavoratore e questo non porterà un depauperamento delle casse dell’Erario, bensì una ripresa dei consumi e del ciclo produttivo: è l’unica strada per evitare recessione e restrizioni”.

E ancora: “A gennaio arriveranno i veri salassi delle bollette e dobbiamo essere pronti a dare più soldi alle famiglie e abbattere l’Iva. L’alternativa? La chiusura progressiva delle aziende”.

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