Camici Lombardia, indagato il governatore Fontana dalla Procura di Milano

Il governatore lombardo Attllio Fontana risulta indagato per turbata libertà nella scelta del contraente nell’ambito dell’inchiesta sui camici prodotti dalla Dama Spa, società del cognato del governatore, Andrea Dini, e di cui la moglie Roberta detiene una quota del 10%. Lo confermano fonti investigative.

Alla Dama Spa il 16 aprile, è arrivato l’affidamento diretto da parte di Aria, la centrale acquisti di Regione Lombardia, per 75 mila camici ad uso ospedaliero. Affidamento senza gara che, secondo le indagini dell’aggiunto Maurizio Romanelli e dei pm Paolo Filippini, Luigi Furno e Carlo Scalas potrebbe avere dei profili di irregolarità. Difficile, infatti, pensare che Fontana non fosse al corrente di quella commessa affidata proprio alla società del cognato. Il governatore, a caldo, aveva detto di non saperne nulla. Versione confermata anche dal dg dimissionario della centrale acquisti di Regione Lombardia Aria, Filippo Bongiovanni, che è stato interrogato dai pm per oltre tre ore. Il manager, difeso dall’avvocato Domenico Aiello, ha spiegato che nel pieno dell’epidemia sia al Pirellone che ad Aria si lavorava in uno stato “quotidiano” di necessità, nel tentativo di fronteggiare l’emergenza con sforzi ed impegno. In quei giorni, tra l’altro, Bongiovanni non avrebbe mai avuto occasione di parlare con Fontana del “caso dei camici” anche se lo aveva fatto presente ai piani alti di Palazzo Lombardia.

Diversa è l’ipotesi della Procura, che ritiene che quell’affidamento diretto, poi trasformato in donazione a partire dal 20 maggio, quando la trasmissione Report ha iniziato ad investigare sulla vicenda, avesse in realtà dei profili illeciti. Non tutti i camici prodotti per Aria, inoltre, sono stati donati. Dama Spa avrebbe provato a venderne 25mila al prezzo di 9 euro l’uno. Tre euro in più rispetto ai 6 euro proposto dalla centrale acquisiti della Regione, che ha fatto abortire la trattativa. Stesso copione anche per la casa di cura ‘LeTerrazze’ di Cunardo, in provincia di Varese, contattata subito dopo, che si è tirata indietro proprio a causa del prezzo.

Ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa. Sono certo dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità”. Così su Facebook il governatore lombardo Attilio Fontana.

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