Calcioscommesse. Gegic si costituisce: “Serie A in vendita”

Il latitante serbo Almir Gegic, personaggio chiave nell’inchiesta Calcioscommesse che coinvolge diversi calciatori e società italiane, si è costituito. Lo ‘zingaro’ ha deciso di parlare del calcio e del coinvolgimento italiano. “Non ho mai truccato personalmente le partite o minacciato qualcuno. La mafia probabilmente sì. Compravo informazioni per scommettere e basta. Ora sono pronto a pagare. A dire tutto quello che so. Le scommesse sono una brutta malattia. Ho smesso. Per tenerla a bada, faccio qualche schedina da dieci euro. Guardo le partite in poltrona. Stop”. Riguardo le partite che lo coinvolgono afferma: “I magistrati sono stati davvero bravi, hanno scovato tutte le partite sulle quali ho scommesso. Ma le cordate erano tante, mica solo quelle che facevano capo a me e a Ilievski”. Tra le tante nuove cose ed altri dettagli che il serbo ha aggiunto, è tirato in ballo un nuovo Mister X. “ Abbiamo incontrato un paio di volte un signore sulla sessantina, 1.80 circa, un pò sovrappeso. Quasi pelato. Ce l'ha presentato Bellavista. Aveva più di dieci telefonini. Ci siamo visti all'hotel Tocqueville, nel centro di Milano. Voleva venderci gare combinate di serie A. Dove erano coinvolte squadre del sud: Catania, Palermo, Lecce, Napoli ed altre. Ci diceva: 'Andate sul sicuro con me'. Ma voleva 600mila euro per le informazioni. Ci siamo messi a ridere. Troppi”. “La Serie A è tutta in vendita”, tuona ancora Gegic, facendo chiaro riferimento, oltre che alle combine, ai vizi dei giocatori, in particolare quelli del Siena, che scommettono quasi tutti, almeno secondo Carrobio. Riguardo il caso Conte, lo "zingaro" afferma di non averlo mai conosciuto ne tantomeno di sapere chi fosse e afferma anche che una tv italiana gli avrebbe offerto 5mila euro per tirarlo comunque in ballo. Gegic intanto continua a raccontare: “Sapevo che Masiello e altri erano avvicinabili. Non escludo la presenza di una banda ungherese. Gervasoni mi parlava spesso di due fratelli di Verona, i Cossato. Mi diceva che scommettevano e chiedevano le partite fatte. E poi avevano un loro giro. Gervasoni spesso ci portava da altri giocatori: ha fatto così con Micolucci, con Bertani. Ma lui gestiva bene il tutto, sapeva dove bussare. Non come Erodiani”. Viene quasi da pensare che, oltre alle tante cose raccontante dallo stesso Gegic, in realtà ne sappia molto più di quanto possa far credere riguardo soprattutto il campionato italiano. “Le ultime giornate di serie A da sempre sono un mercato. Ci sono presidenti che così mettono a posto i conti”. Tra i più grandi scommettitori emergono molti clienti asiatici, che amano in particolar modo, guarda caso, proprio la Serie A: “A Singapore sulle gare italiane di Serie A è possibile puntare sul live anche 15mila euro alla volta. Ogni clic vale 15mila euro. In venti minuti si possono mettere un sacco di soldi. E la quota di un Over se non ci sono gol, si alza. Ecco perché spesso nelle intercettazioni si raccomanda di restare 0-0 il più a lungo possibile. Per farlo bisogna coinvolgere molti giocatori. Ma se alle spalle di tutto c'è qualcuno disposto a mettere sul tavolo 10 milioni su una gara, secondo voi non farà di tutto per avere la certezza di quel risultato? Le scommesse sportive sono una piaga mondiale. Non so come si possano fermare. Vietarle credo sia impossibile. Chi ferma l'Asia? Bisogna blindare i giocatori, i dirigenti, gli arbitri. Dipende tutto da loro".

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