BOLOGNA. Non un’accoglienza emergenziale di persone appena arrivate, ma di singoli o nuclei familiari già identificati o conosciuti, con percorsi di accoglienza tramite la Caritas diocesana e con la corresponsabilità dei parrocchiani perché da soli i sacerdoti non potrebbero far fronte al bisogno e “in tal caso si prenderà atto con dolore dell’impossibilità di accogliere”. Sono le ‘prime considerazioni per l’accoglienza dei profughi fatte in una nota dal card.Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna.
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