Cade la prima testa dell’era Von der Leyden

Cade la prima testa importante nei palazzi europei a Bruxelles con l’avvicinarsi dell’era di Ursula van der Leyden e la fine di quella del lussemburghese Jean-Claude Juncker, di cui il potente segretario generale Selmayr era lo snodo burocratico più significativo.

“L’addio di Martin Selmayr da capo del Segretariato Generale della Commissione Europea è un segno importante di cambiamento che non deve essere ignorato. Ursula von der Leyen sembra iniziare con il piede giusto”: così in una nota l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Eleonora Evi, i cui 14 voti della sua formazione a Strasburgo sono stati determinanti nell’elezione risicata di soli 9 voti per la candidata tedesca, fedelissima e ministro della Difesa della Cancelliera, Angela Merkel, a Berlino. Secondo Il M5S il cambio è un segnale importante perché “Lo scandalo della nomina di Selmayr al di fuori delle regole ha danneggiato la debole reputazione dell’Unione dove finora sono prevalse mancanza di trasparenza e accordi a porte chiuse”.

Il tedesco Martin Selmayr,  lascerà il suo posto a Palazzo Berlaymont “alla fine della prossima settimana”, secondo quanto detto da una portavoce della Commissione: due tedeschi al vertice dell’eurogoverno sarebbero stati decisamente troppi.

Martin Selmayr, 48 anni, è stato promosso il 21 febbraio 2018 al posto di segretario generale, il rango più elevato dell’amministrazione della commissione. Una nomina mal digerita dal parlamento europeo che aveva espresso dei dubbi a proposito.

Ex capogabinetto di Jean-Claude Juncker, di cui aveva perorato la campagna elettorale come spitzenkandidaten per la commissione, era stato poi promosso a sorpresa Segretario Generale della Commissione nel febbraio del 2018 con una nomina contestata dall’Europarlamento e dal mediatore europeo. Selmayr è considerato uno dei funzionari più potenti dell’Ue. Nella passata legislatura, l’Europarlamento aveva chiesto per due volte le sue dimissioni, mentre il mediatore europeo aveva denunciato una nomina effettuata in violazione dello spirito e della lettera delle regole. Ma Juncker ha sempre rifiutato di allontanare Selmayr.

Secondo un recente sondaggio della Bild am Sonntag, Ursula Von Der Leyen era il secondo ministro meno popolare in Germania prima che, eletta presidente della Commissione Europea, lasciasse la guida della Difesa ad Annegrette Kramp-Karrenbauer. Per Martin Schulz, ex leader dell’Spd, era il “membro più debole” del governo di Berlino, ed è probabilissimo che proprio i socialisti tedeschi siano stati tra i ‘franchi tiratori’ che non ne hanno votato l’investitura a Bruxelles. ‘Die Welt’ ha scritto addirittura che la sua nomina alla guida dell’esecutivo comunitario è una “liberazione” per il suo Paese. ​

Unico membro delle amministrazioni di Angela Merkel a essere ininterrottamente al governo dal 2005, Von Der Leyen in patria non è per niente amata. E, se il bilancio del suo mandato come ministro della Famiglia prima e del Lavoro poi è, al netto di qualche controversia, tutto sommato positivo, a oscurare la stella di colei che era stata considerata a lungo la delfina della cancelliera è la sequela di scandali ed errori collezionati da ministro della Difesa, incarico che ha ricoperto dal 2013. Oggi lascia un’eredità talmente negativa che un deputato del suo stesso partito, la Cdu, confidò al Financial Times che “è una buona notizia per l’esercito che se ne stia andando” giacché “i suoi anni al ministero sono stati davvero duri per le forze armate”.

Tornando al nostro Paese, e al premier Giuseppe Conte che afferma al quotidiano Repubblica: ‘La designazione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea è stata da me condivisa e avrebbe consentito all’Italia di ottenere un portafoglio economico di rilievo, in particolare la concorrenza ma il no della Lega potrebbe avere ripercussioni sulla composizione della squadra di Commissari’.

Ergo, Ursula von der Leyen è discussa ma temuta anche in Italia…

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