epa05226657 Belgian Police and soldiers check vehicles of Zaventem airport workers, on the arrival at Zaventem airport in Brussels, Belgium, 23 March 2016. Security services are on high alert following two explosions in the departure hall of Zaventem Airport and later one at Maelbeek Metro station in Brussels. Many people have died and more have been injured in the terror attacks, which Islamic State (IS) has since claimed responsibility for. EPA/OLIVIER HOSLET

Bruxelles come Parigi: ‘Salah Abdeslam doveva sparare in città’

Filtrano nuove ipotesi dale indagini sulle stragi. I jihadisti dell’Isis stavano preparando un attacco multiplo a Bruxelles in stile Parigi, in cui Salah Abdeslam avrebbe dovuto sparare in città. Una parte della cellula jihadista doveva sparare alla gente con i kalashnikov per le strade della città, mentre l’altra si doveva far saltare in aria all’aeroporto e al metrò, come poi è effettivamente avvenuto. Questa l’ultima ipotesi filtrata dalle indagini in corso sulle stragi di Bruxelles, e ritenuta assai plausibile, anche se non certa, dagli inquirenti. Del gruppo di fuoco di Adbeslam, secondo la ricostruzione, facevano parte anche Mohamed Belkaid e Amine Choukri. Ma prima la sparatoria avvenuta nel covo di Forest, e nel corso della quale la polizia ha ucciso Belkaid, e poi l’arresto di Salah hanno impedito che il piano venisse attuato nella sua interezza, lasciando al gruppo dei kamikaze partito dal covo di Schaerbeek il compito di portare a termine la loro missione di morte. Intanto si viene a sapere che un poliziotto di Mechelen  aveva l’indirizzo di Salah Abdeslam dal sette dicembre scorso ma non lo ha segnalato a Bruxelles per tre mesi. Secondo quanto riferito, l’ufficiale di polizia aveva ottenuto le informazioni a Mechelen e aveva inserito l’indirizzo in un rapporto confidenziale destinato alla cellula antiterrorismo della polizia giudiziaria federale di Bruxelles. Tuttavia, il rapporto non é stato trasmesso alla capitale ed é rimasto sotto chiave per tre mesi presso la polizia di Mechelen.
Reda Kriket, l’uomo arrestato ieri ad Argenteuil, nella banlieue nord di Parigi, mentre era arrivato allo stadio avanzato della preparazione di un attentato in Francia, era stato condannato in contumacia in Belgio insieme ad Abdelhamid Abaaoud, la ‘mente’ degli attentati di Parigi. Lo si apprende da fonti della polizia francese. Nella sua abitazione sono stati ritrovati ieri sera esplosivi e, contrariamente a quanto dichiarato ieri sera dal ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, gli inquirenti avrebbero ricostruito un legame dell’attività di Reda Kriket con gli attentati di Bruxelles e Parigi.
Lo scorso mese di luglio, Reda Kriket era stato condannato a 10 anni di carcere dal tribunale di Bruxelles nel processo della ‘filiera siriana’ nota come ‘Zerkani’. Nell’ambito di questa rete, Kriket, originario della banlieue sud-ovest di Parigi, un passato di rapinatore, aveva fatto partire per la Siria una trentina di persone. L’inchiesta comunque procede senza sosta e riserva ogni giorno novità, alimentando anche le polemiche sull’efficienza dei servizi d’informazione e della polizia belga. Nonostante ciò, il centro di crisi ha deciso di far scendere da 4 a 3 il livello di allerta, il che significa che la minaccia di attacchi terroristici non è più ‘imminente’ anche se resta ‘grave’. Gli investigatori hanno individuato un secondo uomo, grazie alle telecamere di sorveglianza presenti nelle stazioni della metropolitana, accanto a Khalid El Bakraoui, che è ora ricercato dalla polizia, sempre che non sia già saltato in aria insieme al kamikaze. Il quale era ricercato dall’Interpol, ma non dalla polizia federale belga, fin dal dicembre scorso. L’altra ipotesi inquietante emersa nelle ultime ore è che i terroristi stessero progettando un’azione che doveva avere a che fare con l’energia nucleare. Una bomba ‘sporca’ oppure un attacco a una delle molte centrali presenti nel Paese. Uno scenario, quest’ultimo, sul quale la procura federale ha sentito l’esigenza di intervenire affermando, in una nota, di ‘non poter confermare’ che i fratelli jihadisti El Bakaoui avessero elaborato un simile piano. Tuttavia, è un fatto che nel covo di Mohammed Bakkali, altro terrorista coinvolto negli attacchi di Parigi insieme ad Abdeslam e citato nel ‘testamento’ video di Kalid El Bakraou, sia stato trovato un filmato della durata complessiva di 17 ore da cui appare evidente che un importante ingegnere nucleare operante in Belgio veniva spiato. Del resto, l’ipotesi che i fratelli Khalid e Ibrahim El Bakraoui avessero fra l’altro l’ambizione di provare a costruire per l’Isis una ‘bomba sporca’, cioè un ordigno radioattivo, è stata rilanciata oggi anche dal sito dell’emittente Usa Nbc. I due fratelli jihadisti volevano forse studiare la fattibilità di un piano, definito ‘un po’ ingenuo’, per rapire l’ingegnere nucleare ed estorcergli la tecnica per fabbricare un ordigno radioattivo. Ma a mettere in evidenza il ‘rischio’ siti nucleari c’è anche il fatto che nelle ultime due settimane ben undici persone sono state allontanate per motivi di sicurezza dal loro posto di lavoro nella centrale di Tihange. Dopo la sparatoria di Forest, sette persone sono state private del diritto di accedere al sito e la stessa sorte è toccata ad altri quattro individui dopo gli attentati di martedì. Alcuni britannici presunti membri dell’Isis celebrano in un video gli attacchi di Bruxelles e affermano che i prossimi bersagli degli jihadisti saranno Downing Street e gli aeroporti londinesi di Gatwick ed Heathrow. Alcuni fotogrammi del filmato, in cui appaiono uomini mascherati con accento britannico, sono stati pubblicati dal tabloid ‘Daily Mail online’.

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