epa05875266 The Elizabeth Tower in London, Britain, 28 March 2017. According to reports, British Prime Minister Theresa May will formally begin 'Brexit' by triggering Article 50 of the EU's Lisbon Treaty on 29 March 2017, which will start the process of the United Kingdom leaving the European Union. EPA/HANNAH MCKAY

Brexit e May: ‘Domani è un momento storico’

‘E’ uno dei momenti più importanti nelle recente storia del Regno Unito’, così la premier britannica Theresa May ha definito l’annuncio formale che farà domani sull’avvio della Brexit e delle trattative con Bruxelles. Il fine, ha aggiunto il primo ministro, è quello di creare una ‘relazione profonda e speciale’ con l’Europa.

Domani il Regno Unito, a 44 anni dal suo ingresso nell’allora Comunità economica europea, procede all’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona e da lì si aprono i negoziati per lo storico ‘divorzio’ da Bruxelles.

Si è aperta sul fronte interno, per Theresa May, fra le folate di vento della riottosa Scozia, la settimana della Brexit, quella in cui la Gran Bretagna si appresta a dare un giro alla roulette della storia: attivando l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, passo senza ritorno (forse) sulla strada del divorzio dall’Unione Europea.

La signora di Downing Street tenta di serrare le file in seno al regno di Sua Maesta’, alla vigilia di quel momento fatale e in vista di un biennio di negoziati con l’Ue che s’annunciano problematici, carichi d’insidie e incognite. Per farlo ha iniziato dalla sfida piu’ difficile, quella del territorio del nord, dove la maggioranza e’ anti-Brexit e dove la first minister, Nicola Sturgeon, e’ tornata a soffiare sulla secessione scozzese.

Dobbiamo cogliere questa storica opportunità per emergere nel mondo e plasmare un sempre maggiore ruolo per una Gran Bretagna globale, ha aggiunto la premier parlando a Birmingham durante un forum sugli investimenti del Qatar: ‘Questo si traduce non solo nel costruire nuove alleanze ma ampliare i rapporti coi vecchi amici che sono al nostro fianco da secoli’.

Intanto il parlamento scozzese ha votato in maggioranza a favore della richiesta di un referendum bis sulla secessione da Londra in risposta alla Brexit. La proposta era stata preseentata dalla first minister e leader indipendentista dell’Snp, Nicola Sturgeon.

 

Per la Gran Bretagna sarà molto costoso lasciare l’Unione europea, ha detto il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber. Durante il periodo dei negoziati e quello transitorio, Londra dovrà rispettare tutti gli obblighi in corso e la legislazione in corso,   sostiene il tedesco,   se no sarebbe un comportamento irrispettoso che creerebbe problemi ai negoziati: ‘Avremo in mente solo l’interesse dei 440 milioni di cittadini europei e non più quello dei cittadini britannici. Uscire dall’Ue significa costruire di nuovo muri e barriere e molti cittadini britannici avranno problemi con limitazioni della loro libertà nella vita quotidiana. Non mi piace ma è il risultato del referendum e tutti devono affrontare la realtà’.

 

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