Oslo, Breivik a processo: “Lo rifarei di nuovo”

“Lo rifarei di nuovo”. Esordisce così, rasentando la follia, Anders Breivik, durante la sua testimonianza nella seconda giornata del processo per le stragi di Oslo e Utoya. “Ho messo in atto il più sofisticato e spettacolare attacco politico commesso in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale”, ha affermato Breivik, sottolineando come per lui la  vita in prigione o morire per il suo popolo rappresentano “il più grande onore”che potesse ottenere.

Inoltre Breivik ha precisato che i ragazzi uccisi a Utoya non erano “giovani innocenti” perché “i militanti del partito laburista sono indottrinati: non bambini innocenti, ma attivisti politici”,  ha spiegato l’autore delle stragi del 22 luglio scorso che ha aggiunto: “Uccidere 70 persone può impedire una guerra civile”. “Le persone che mi accusano di essere malvagio, confondono il fatto di essere malvagi con l’essere violenti”, si difende il killer che si è professato non colpevole. Dunque per una logica perversa, Breivik a suo dire, avrebbe salvato il suo popolo da una strage maggiore: “Quando la rivoluzione pacifica è impossibile, l’unica via è la rivoluzione violenta”, ha dichiarato il killer.

L’autore della strage di Oslo, al suo arrivo in aula, ha rinnovato il suo saluto di estrema destra (pugno chiuso rima verso il cuore e poi verso ilbraccio) ai giudici. Gli stessi che hanno ricusato un giudice popolare che aveva invocato su internet la morte per Anders Breivik. La decisione è stata presa in seguito alla richiesta avanzata da accusa, difesa e parti civili. Il processo, dopo una sospensione di mezz’ora, è ripreso con il tribunale che ha autorizzato il killer, chiamato a testimoniare, a leggere una sua dichiarazione.

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