Braccio di ferro sulle nomine

Mentre il governo si prepara per il primo voto di fiducia, atteso per domani alle 19.30, in Senato proseguono le trattative per completare l’esecutivo, con le nomine di viceministri e sottosegretari. Lo schema adottato, dopo gli ‘aggiustamenti’ fatti in extremis per i 18 nomi dei ministri gialloverdi, con cambi di casella legati allo spostamento dell’economista Paolo Savona alle politiche comunitarie, vedrebbe la Lega passare all’incasso, con la possibilità di schierare più nomi di quanti previsti inizialmente, spuntandola anche per la delega alle Telecomunicazioni. Il nome che circola, a quanto apprende l’AdnKronos, per gestire le frequenze tv potrebbe essere quello del giornalista Alessandro Morelli, considerato un fedelissimo di Matteo Salvini.

Altra casella strategica, la delega ai servizi segreti, che sarebbe tornata in gioco: il braccio di ferro tra M5S e Lega, nelle ultime ore, riferiscono fonti del centrodestra, si sarebbe risolto a favore del Carroccio con Giancarlo Giorgetti, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che potrebbe avere la meglio in zona Cesarini sul nome del pentastellato Vito Crimi, già membro del Copasir. Organismo di controllo dei servizi dove invece, come da prassi si siederà alla presidenza un uomo dell’opposizione: qui i boatos danno sempre in pole l’esponente Dem Lorenzo Guerini, anche lui già presente a San Macuto, durante la presidenza Stucchi.

Nelle prossime ore verranno ‘assegnati’ oltre quaranta posti al governo, fra sottosegretari e viceministri, cui si aggiungeranno le 28 commissioni permanenti, più le bicamerali come la Vigilanza Rai e il Copasir.

Secondo gli ultimi rumors, dunque, la partita delle telecomunicazioni, considerata un tema sensibile e molto caro anche a Silvio Berlusconi (che oggi avrebbe incontrato a Milano Salvini), potrebbe finire in quota Lega, che strapperebbe la delega al Mise, dove siede il vicepremier Di Maio. Altro nome in ballo per la Lega, ma riguardo il risiko delle commissioni parlamentari, sarebbe quello di Nicola Molteni: se non dovesse subentrare a Giorgetti alla presidenza dei deputati leghisti a Montecitorio, potrebbe guidare la Giustizia. In questo caso, a guidare i leghisti della Camera sarebbe invece Guido Guidesi. Al posto di Centinaio, si fa con insistenza il nome di Stefano Candiani come presidente dei senatori lumbard.

Per la presidenza della commissione Bilancio, restano alte le quotazioni del deputato euroscettico Claudio Borghi, responsabile economico della Lega, cui ‘corrisponderebbe’ al Senato, il collega di partito Alberto Bagnai. Altro big della Lega pronto a entrare nel ‘sottogoverno’, riferiscono, il deputato genovese Edoardo Rixi, assessore regionale allo Sviluppo economico della Regione Liguria, che potrebbe essere viceministro o sottosegretario (all’Economia o alle Infrastrutture).

Braccio di ferro tra Lega e M5S anche sulla delega all’Editoria, altro tassello fondamentale per completare al più presto la squadra del governo giallo-verde (il d-day dovrebbe essere giovedì, una volta incassata la ‘doppia fiducia’ di Senato e Camera). Se nei giorni scorsi l’Editoria sembrava destinata al Carroccio, nelle ultime ore, i cinque stelle avrebbero avuto la meglio: i pentastellati, spiegano autorevoli fonti del Movimento all’Adnkronos, vogliono infatti ‘mettere le mani’ sul settore dell’informazione per realizzare uno dei cavalli di battaglia dei grillini, la sforbiciata ai fondi per l’Editoria.

Tra i nomi che circolano con insistenza in queste ore per la gestione della delega ci sarebbe quello di un ‘addetto ai lavori’, il senatore e giornalista Primo Di Nicola, ex direttore del quotidiano ‘Il Centro’ e tra le prime firme del ‘Fatto quotidiano’. I cinque stelle puntano a riempire le caselle del ‘sottogoverno’ (sottosegretari e viceministri) entro domani, per portare i nomi all’assemblea congiunta in programma alle 21, a Montecitorio, ma nelle ultime ore il gioco d’incastri sembra essersi complicato tanto che qualcuno dubita che la partita possa chiudersi entro poco più di 24 ore.

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