Bossi minaccia Monti: Rischia la vita, il Nord lo farà fuori

“Rischia la vita, il Nord lo farà fuori”. Umberto Bossi non si smentisce e la ‘spara grossa’ da Piacenza rispondendo a chi gli chiedeva se Monti durerà anche dopo il 2013. Il senatur si rende conto di aver usato delle parole forti, intollerabili in un sistema democratico e cerca di rimediare. Ma la smentita è peggio dell’accusa. “Ho minacciato di morte Monti?”, si chiede il capo dei lumbard dal palco del suo comizio a Piacenza commentando le notizie d’agenzia che riportavano le sue parole.  “E’ Monti che minaccia di morte noi – ribatte Bossi –  Ho detto che Monti nella testa dei padani non è ben visto perché ci porta la povertà e poi anche la mafia. I giornalisti travisano, non si smentiscono mai quelle teste di legno”. Il senatur è un fiume in piena, lancia accuse a destra e a manca nella speranza di racimolare qualche voto in più in vista delle amministrative di primavera. Ma le sue parole non possono continuare ad essere archiviate come semplici ‘spot elettorali’.

“Stanno riempiendo il Nord di mafiosi in soggiorno obbligatorio – accusa il Senatur nel tentativo di scaldare una ‘fredda’ piazza – prima o poi qualcuno si decide a impiccarli sulla pubblica piazza. Hanno mandato a Padova il figlio di un mafioso siciliano”. E la polemica a distanza con il premier coinvolge anche forse  l’ormai suo ‘ex alleato’. Per Bossi Monti e Berlusconi sono come quei due che “uno gratta e l’altro tiene il palo”. Ma il Senartur si scaglia anche contro la proposta bipartisan, allo studio della commissione Cultura della Camera dei Deputati, di rendere obbligatorio l’inno di Mameli nelle scuole. “Spero che non lo cantino i miei figli”, commenta sferzante.

Le reazioni. Le parole choc di Umberto Bossi sono criticate dai tutti gli esponenti politici. Il ministro dell’Intero Cancellieri ‘censura’ le parole del leader della Lega Nord. “Chi svolge funzioni pubbliche dovrebbe fare un uso saggio del linguaggio e non istigare a comportamenti eversivi. Certe parole irresponsabili – spiega il capo del Viminale – generano inutili conflitti e rischiano di accendere gli animi in un momento in cui il Paese ha bisogno di trovare compattezza e unità per superare l’attuale, difficile, situazione”.

Laconico il commento del presidente della Camera, Gianfranco Fini, alle parole di Bossi. “Lo dico – ha affermato da Washington ribadendo di non voler parlare di questioni interne – con profondo rispetto nei confronti della persona, ma quando si viene chiamati a commentare le parole di Bossi non si è più nell’ordine dell’analisi politica”.

Secondo il capogruppo dell’Idv alla Camera, Massimo Donadi, “Bossi parla come un terrorista. La violenza verbale del leader leghista ormai ha raggiunto vette pericolose e non basta giustificarlo perché non sta bene. I vertici della Lega prendano le distanze e smentiscano le parole truci e inqualificabili di Bossi che incitano alla violenza”.

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