Bosnia Express: la guerra insegna la vita

Napoli. Una proiezione/evento, a distanza di trent’anni dalle guerre che hanno devastato la ex Jugoslavia e dilaniato le popolazioni.

Si presenta sotto forma di un “reportage poetico” che conduce lo spettatore alla scoperta dolorosa di ciò che rimane ormai, finito il grande conflitto europeo che ha inflitto tante mortali ferite mortali, ribandendo più volte che la vita stessa e più diffusamente il desiderio di esistere, è immensamente forte nei sopravvissuti.

Per Loups Garoux  e  Il Gigante, in associazione con Luce-Cinecittà, lunedì 21 marzo, alle ore 20, al Cinema Filangieri di Napoli: “BOSNIA EXPRESS”, un film di Massimo D’Orzi, reduce dal sold out italiano.

Tratto liberamente dal libro “Bosnia Express” di Luca Leone – Infinito Edizioni, Con Clio Bosiglav, Eva Tomat, Amina Moćević, Amina Hodžić, Nikolina Vujic, Kanita Focak, Sara Lazar, Ansambl Iskre of Tuzla

Saranno presenti il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, Emanuela Ferrante, assessore alle Pari Opportunità del Comune di Napoli e Ia giovanissima dindaca di Sarajevo Benjamina Karic; in collegamento, Massimo D’orzi e il cast; a introdurre sarà Valerio Caprara.

Il film è prodotto da Marta Bifano e Francesca Pedrazza Gorlero per Loups Garoux e Paola Traverso e Massimo d’Orzi per Il Gigante. Montaggio Paola Traverso. Assistente alla regia Ado Hasanović, direttore della fotografia Armin Karalić, suono di presa diretta: Adriano Alampi, Luca Bertolin e Kenan Hadžimusić, assistente alla produzione Jessica Incorvaia. Distribuzione Italia: Luce-Cinecittà. Vendite internazionali RaiCom

Durata: 70’. Formato: DCP. Nazionalità: Italia

Il lavoro cinematografico restituisce con testimonianze visive “cariche di forza poetica, storie, luoghi, voci, tragedie e rinascite di terre che hanno vissuto il più grave fatto di armi recente del nostro continente”, ricordando “quella guerra vicinissima a noi e che rapidamente è stata relegata a fatto storico passato, mentre è anche da quei fatti e quelle storie che nasce l’Europa che vorremmo unita, e che per le stesse ragioni che causarono la guerra, troviamo spesso divisa”.

Presentato al Trieste Film Festival e al Festival Visioni dal Mondo di Milano, dove ha riscosso una serie di apprezzamenti positivi, per il documentario è già partito un lungo tour nelle sale italiane, il primo febbraio scorso. Finora, ha riscosso, come si comunica in una nota ufficiale, “una insolita attenzione di pubblico, nonostante il periodo di incertezza che stiamo vivendo”.

Alla prima napoletana incontreranno il pubblico: le produttrici Marta Bifano e Francesca Pedrazza Gorlero, la montatrice Paola Traverso e il regista Massimo D’Orzi.

Nella trama spiccano non direttamente, fanatismi religiosi, avidità di potere, volontà politiche travestite da valori e tradizioni. Riflettori puntati sulla vita laddove sembrava che vi fisse ormai soltanto la morte.

Indiscusse protagoniste sono le donne, ovvero le prime vittime dei conflitti, che nel film sono,  propositivamente generatrici di espressioni vitali e artistiche: musiche, canti, danze, teatro, immagini di cinema.

Nel film si sottolinea come nessuna guerra ha un volto di donna, mentre la vita comunque riprende il suo posto, pure se piano, con sofferenza e dignità, nelle città:  Sarajevo, Srebrenica, Mostar. E quasi giungono i nomi di fuoco di Milosevic, Mladic, Tudjman.

Le immagini sono puntate sulle circostanze scatenate dalla guerra, è Martano che quel che più ferisce, non è la morte, ma la vita, come li spettatore può vedere nei volti magnifici di donne unite in un coro presso la stazione di Tuzla, giovani ballerine classiche e, ancora, nei gruppi punk-rock che cantano un’indipendenza su paesaggi meravigliosi che sono stati devastati.

Nel film vengono indagate “sotterraneamente” le cause e denuncia che “in questi luoghi non smette di brillare un’inesausta bellezza”.

È  possibile guardare il trailer su:

https://www.youtube.com/watch?v=Q8q9st2ZRnA

Teresa Lucianelli

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