Borsellino. Li Gotti (Idv): solo con verità saremo degni delle celebrazioni

“Noi celebriamo la morte degli uomini che hanno fatto il loro dovere dicendo che daremo risposta alle domande che ci inquietano, solo in questo modo saremo degni delle celebrazioni. Così io voglio ricordare Paolo Borsellino che amava definirsi, non un dipendente dallo Stato, ma un dipendente dello Stato, perché era un uomo di Stato”. Così il senatore Luigi Li Gotti, capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Antimafia e responsabile Giustizia, ricorda in Aula Paolo Borsellino a vent’anni dalla sua uccisione. “Nessuno Paese – continua Li Gotti – può avere una storia tessuta dal filo rosso dei misteri. Da Portella della Ginestra, a Salvatore Giuliano, al caso Mattei, Pecorelli, Calvi. E poi il periodo dello stragismo alla fine degli anni ’60 e ’70, le stragi mafiose e quelle del continente. Ma quanti misteri e su quanti misteri è costruita la nostra democrazia. Siamo indignati e offesi, oltre che profondamente addolorati, che qualcuno dello Stato abbia potuto trafugare l’agenda rossa di Borsellino, che due ministri della Repubblica debbano essere messi a confronto per ricostruire un segmento della trattativa Stato-mafia, che, nel pieno della stagione stragista, oltre 500 mafiosi venivano sottratti al regime del 41bis. E ancora nessuna risposta è stata data. Per questo – conclude Li Gotti – ricordo Paolo Borsellino con un rinnovato impegno: accertare la verità senza guardare in faccia nessuno, raccogliendo da terra tutti i sassi, uno per uno, perché dietro ogni sasso può nascondersi un frammento di verità”.

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