epa04833345 Stock brokers working at their stations at the stock exchange in Frankfurt Main, Germany, 06 July 2015. European markets slumped and the euro rose on 06 July in the wake of the defiant No in Greece's weekend referendum. EPA/FRANK RUMPENHORST

Borsa: ‘Piazza Affari in forte rialzo dopo le mosse della Bce’

Piazza Affari apre in forte rialzo dopo le mosse della Bce. Il Ftse Mib sale del 2,09% a 18.545 punti. Su di giri le banche con Mediobanca che sale del 4,34%, Unicredit del 4,05%. Partenza in ribasso per lo spread fra Btp e Bund. Il differenziale segna 113 punti con un rendimento all’1,41% contro i 115 punti della chiusura di ieri quando si era mosso al rialzo a seguito delle parole del presidente della Bce Mario Draghi il quale aveva giudicato nuovi tagli dei tassi non necessari. Dichiarazioni che avevano fatto rimbalzare anche l’euro, fino a quel momento in calo. La Borsa di Tokyo recupera sul finale di seduta e termina le contrattazioni con un rialzo dello 0,51%, guadagnando 86 punti a quota 16.938,87, riportando l’indice Nikkei nuovamente verso quota 17.000. Negli scambi valutari lo yen si è stabilizzato sotto quota 114 al cambio sul biglietto verde, a un livello di 113,46. Chiusura di settimana in positivo per le Borse di Asia e Pacifico sulla scia delle mosse della Bce che ha messo in campo un potenziamento inatteso degli acquisti di debito, tassi a zero e una spinta al credito bancario che non trova precedenti neanche fuori dall’Eurozona. Sale Tokyo (+0,51%), mentre si muovono contrastate le Piazze cinesi con Shanghai che nel finale agguanta il rialzo (+0,20%). Shenzhen viaggia, invece, sotto la parità (-0,22%). Tra le altre Seul segna un marginale +0,11% e Sidney un +0,32 per cento. Dopo la Bce ora l’attenzione del mercato si sposta alle riunioni della prossima settimana della Banca centrale del Giappone e della Fed. 
Per il petrolio, la buona domanda degli Stati Uniti continua a spingere il prezzo del petrolio che mette a segno la quarta settimana consecutiva di rialzi dopo le turbolenze che hanno spinto il greggio sotto i 30 dollari a metà gennaio. Il Wti del Texas sale così di 1,02 dollari a 38 dollari al barile mentre il Brent avanza del 2,1% a 40,9 dollari.

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