È partita la corsa selvaggia delle telefonate e delle mail ai patronati e ai commercialisti. Migliaia di lavoratori in tutta Italia si stanno rivolgendo ai propri professionisti di riferimento nel tentativo di chiarire il grande quesito che sta circolando nelle ultime ore: chi fa parte della platea che riceverà il bonus da 200 euro previsto dal governo di Mario Draghi?
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge Aiuti, sono arrivati nuovi dettagli anche sulle modalità con le quali verrà erogata l’agevolazione pensata dal governo per aiutare parte della popolazione a far fronte al caro prezzi. Alcune persone che si aspettavano di trovarlo in busta paga potrebbero però rimanere deluse.
All’articolo 31 si legge infatti testualmente che “ai lavoratori dipendenti di cui all’articolo 1, comma 121, della legge 30 dicembre 2021, numero 234, non titolari dei trattamenti di cui all’articolo 32 e che nel primo quadrimestre dell’anno 2022 hanno beneficiato dell’esonero di cui al predetto comma 121, per almeno una mensilità è riconosciuta per il tramite dei datori di lavoro nella retribuzione erogata nel mese di luglio 2022, una somma a titolo di indennità una tantum di importo pari a 200 euro”.
La normativa che viene citata riguarda la riduzione contributiva prevista dalla Legge di bilancio 2022 nel caso in cui “la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima”.
La normativa sul Bonus da 200 euro spiegata dai commercialisti
Come tentano di spiegare i commercialisti in poche parole, si è deciso di non vincolare l’erogazione del bonus al reddito dei lavoratori dipendenti, bensì alla possibilità che abbiano beneficiato di questa riduzione contributiva per almeno una mensilità nel primo quadrimestre dell’anno, quindi da gennaio ad aprile.
A questo proposito, vengono fatti due esempi:
- un impiegato nel settore del commercio con una retribuzione mensile lorda di 4mila euro e un evento di malattia indennizzato dall’Inps a febbraio
- un dipendente con condizioni simili ma che lavora in un settore dove la malattia non è a carico dell’Inps
Nel primo caso – illustrano gli esperti – la persona in questione non potrebbe beneficare della riduzione ma, proprio a causa della malattia e dei conti che vengono fatti in busta paga in questi casi, gli viene riconosciuta per una mensilità. Ora ha quindi diritto al bonus da 200 euro.
Nel secondo caso, invece, il dipendente non riceverà nulla perché ha continuato a percepire la retribuzione dal suo datore di lavoro anche nei giorni di malattia e non ha beneficiato della riduzione contributiva.
Mondo della scuola, chi rischia di rimanere escluso dal bonus
Gli esperti stanno notando che fuori dalla platea rischiano di restare anche i docenti non di ruolo il cui contratto scade a giugno. Non essendo più in servizio, non potranno infatti ricevere l’indennità dall’istituto scolastico e purtroppo pare nemmeno dall’Inps poiché usufruirebbero della Naspi solo a partire da luglio.
Si stima che queste distinzioni e la necessità da parte dei lavoratori dipendenti di presentare un’apposita dichiarazione si tradurranno in un nuovo carico di burocrazia per i datori di lavoro e i consulenti.