Bollo auto, la proposta di riforma del ministro Costa

A partire dal 2019 potrebbe cambiare sensibilmente la modalità di calcolo bollo auto. A tal proposito è intervenuto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, a margine dell’incontro svoltosi a Roma il 15 novembre per la firma di un accordo volto a migliorare la qualità dell’aria della Capitale, della Valle del Sacco e dell’hinterland capitolino (tra le misure approvate a partire dal primo gennaio 2019 c’è anche il divieto di circolazione dei diesel Euro 4 nel centro storico di Roma).

Il titolare del dicastero di via Cristoforo Colombo, pur senza fornire particolari dettagli, ha dichiarato alla stampa presente di voler proporre al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ‘un aggiornamento della tassa automobilistica, secondo un criterio di bonus-malus’. In altre parole, chi inquina di più, pagherebbe di più. Come detto, il ministro non è stato prodigo di dettagli ma il nocciolo della proposta è chiaro: passare da un calcolo basato sulla potenza della vettura (in kW) ad una parametrazione fondata sull’effettivo utilizzo dell’auto e sui relativi consumi ed emissioni. In tal modo potrebbe essere eliminato il cosiddetto ‘superbollo‘ che viene applicato alle motorizzazioni con potenze superiori ai 185 kW.

Sulla base di quanto dichiarato dal ministro Costa  le opzioni per il nuovo bollo auto sono due. La prima è quella di calcolare l’importo dovuto in base alle emissioni di CO2; tale parametro viene indicato dal costruttore ed è riportato sulla carta di circolazione del veicolo. In tal caso, il flusso di denaro diretto nelle casse delle Regioni che riscuotono l’imposta non verrebbe interrotto in quanto i dati forniti dai costruttori permetterebbero di determinare l’importo della tassa in maniera unitaria. Non è difficile immaginare una cifra fissa, calcolata in euro per g/km da o determinata per ‘fasce’ di valori.

Diverso, invece, il discorso relativo alla tassazione basata sul dispendio di carburante. La tassa automobilistica potrebbe essere convertita in un’accisa (che, secondo le stime del sito Quattroruote) dovrebbe aggirarsi sui 12-15 centesimi al litro, un rincaro sufficiente ad assicurare agli enti regionali che esigono l’attuale bollo lo stesso volume di entrate. In estrema sintesi: via il bollo, a favore di un rincaro di diesel e benzina. Questa riforma bollo auto 2019 permetterebbe di eliminare un complesso sistema di esazione della tassa, un meccanismo che pesa sulle casse delle Regioni per 70 milioni di euro ogni anno. In aggiunta, questa tipologia di tassazione sarebbe a carico solo ed esclusivamente di chi utilizza effettivamente l’auto, consumando carburante e producendo emissioni inquinanti.

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