Boccia ‘negazionista’, tra migranti e italiani Coviduntori…

Intervenuto ai microfoni de il ‘Corriere della Sera’, il ministro agli Affari Regionali Francesco Boccia ha parlato dell’andamento dell’epidemia da coronavirus in Italia e inevitabilmente anche del tema caldo dei migranti, rilanciato in particolare dalla Lega di Matteo Salvini.

Nella prima parte della sua intervista Boccia ha parlato della difficile fase della convivenza con il virus, durante la quale si corre il rischio di abbassare la guardia. ‘Oggi viviamo la prevista difficoltà della convivenza con il Covid, ma io penso che la maggior parte degli italiani continui ad avere un grande senso di responsabilità’.

Boccia non risparmia poi critiche al leader della Lega Matteo Salvini: ‘Salvini nega l’emergenza sanitaria e prova a riportare il Paese nel clima a lui congegnale di odio e rabbia su sicurezza e immigrazione, ma siamo in un’altra fase della storia’.

Inevitabile poi una riflessione sui migranti, che secondo Boccia non rappresentano il problema principale: ‘Il 75% dei positivi sono italiani, contagiati da altri italiani. Si passa dalle feste senza regole, all’imprenditore irresponsabile che, tornato dall’estero, è andato in giro con i sintomi. Quanto ai positivi stranieri salvati in mare, vengono tutti sottoposti a test e tamponi e molti di loro ripartono immediatamente. Non mi pare il tema’.

Il problema quindi non sarebbe quello dell’emergenza migranti.

Il tema dei migranti positivi per il governo e per il ministro Boccia è una balla, una favola propagandistica del centrodestra, un tema che Salvini vuole cavalcare, una paura che Meloni intende sfruttare. Dinanzi a un problema che non sanno gestire,  Palazzo Chigi non fa autocritica, semplicemente nega che il problema esista. Veri negazionisti.

Per  Boccia se  il virus circola ancora è colpa degli italiani che fanno le feste. Centinaia e centinaia di immigrati irregolari che arrivano sulle nostre coste non costituiscono un pericolo anche se i sindaci chiedono a gran voce di non mandarne più nelle strutture si accoglienza,  anche se il sindaco di Treviso minaccia di fare causa al governo per il  focolaio dell’ex caserma Serena. Tutte frottole, secondo Boccia, tutte chiacchiere. 

 L’ex caserma Serena di Treviso torna alla ribalta. Sono 330 gli ospiti qui dentro e di questi, 136 sono positivi al coronavirus. Sono asintomatici ma di stare in isolamento non ne vogliono sapere. Così la settimana scorsa alcuni hanno danneggiato l’infermeria lanciando una brandina, dei mobili e un computer. La tensione è nata dalla decisione di tenere all’interno della struttura tutti i migranti, non solo i positivi. Ma a fare da protagonista sabato mattina è stato un ventisettenne gambiano, che stava minacciando il personale medico all’interno. Ha preso e strattonato medico e infermiera, poi si è scagliato contro mobili, computer, stampante, e non contento ha anche afferrato due spranghe di ferro cercando di colpire gli uomini della Polizia di Stato che erano intervenuti in tenuta antisommossa. Poi ha cercato di fuggire. Ma è stato arrestato.

Attorno all’ex caserma, un cordone formato da polizia carabinieri e militari, è pronto a intervenire. I positivi sono stati isolati e messi dentro a un padiglione. Culture diverse, positività al covid: una miscela perfetta per innescare una bomba. Per quelli negativi sono stati recuperati altri locali. Anche ai 22 operatori che lavorano nel centro è stato fatto il tampone. Al setaccio anche aziende e realtà con cui i richiedenti asilo siano venuti in contatto.

A Latina invece diciotto dei 155 migranti arrivati qualche giorno fa da Lampedusa sono fuggiti da Cori, sui Lepini, dove erano ospitati per la quarantena. Hanno abbandonato la struttura e sono scappati. Dodici erano risultati positivi. La polizia ne ha rintracciati tredici, scappati nelle campagne; per gli altri sono state diffuse le foto alla Polfer di Roma Termini. Nonostante i vari disordini, e nonostante i sacrifici che il nostro Paese ha fatto per arginare l’emergenza covid gli sbarchi a Lampedusa continuano.

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