Il decreto n. 73/2017, convertito in legge n. 119/2017, ha reso obbligatorie le vaccinazioni per i bambini da 0 a 16 anni, compresi i minori stranieri non accompagnati.

L’effettuazione dei vaccini obbligatori, secondo il calendario vaccinale relativo a ciascuna coorte di nascita, costituisce requisito d’accesso per le iscrizioni presso i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie. Pertanto, i bambini non vaccinati non possono essere iscritti ai predetti servizi e scuole.

Per quanto riguarda gli altri gradi di istruzione, ossia per la scuola primaria, secondaria di I e II grado (sino a 16 anni), l’effettuazione delle suddette vaccinazioni non costituisce requisito di accesso alla scuola ovvero agli esami (i genitori, qualora non adempiano all’obbligo di vaccinare i figli, vanno incontro soltanto alla sanzione pecuniaria).

Per l’anno scolastico 2017/18 è prevista una fase transitoria, secondo cui la documentazione comprovante l’avvenuta vaccinazione o la dichiarazione o l’esonero, l’omissione o il differimento andava presentata entro il 10 settembre 2017 per i servizi educativi, le sezioni primavera e le scuole per l’infanzia, incluse quelle private non paritarie.

Per le scuole primarie e secondarie di I e II grado (e per i centri di formazione professionale), la predetta documentazione va invece presentata entro il 31 ottobre 2017.

La mancata presentazione della documentazione (che va presentata anche dagli alunni già frequentanti), come indicato dalla circolare Miur n. 1622 del 16 agosto 2017, deve essere segnalata dai dirigenti scolastici alla ASL territorialmente competente entro 10 giorni dai termini prima indicati (l’ASL procederà agli adempimenti di competenza).

È possibile, inoltre, presentare una dichiarazione sostitutiva della predetta documentazione che, in tal caso, va poi presentata entro il 10 marzo 2018. La mancata presentazione della documentazione dovrà essere segnalata dai dirigenti scolastici alla ASL territorialmente competente entro 10 giorni dai termini prima indicati.

Già dall’anno scolastico 2017/18, è prevista la possibilità di eventuali semplificazioni, sia per le famiglie che per le scuole, a seguito di accordi tra Uffici Scolastici Regionali, Regioni e, per loro tramite, Aziende Sanitarie Locali, nel rispetto della normativa sulla privacy ( circolare Miur n. 1622 del 16 agosto 2017). In tal caso, saranno gli UU.SS.R. a comunicare alle scuole eventuali altri procedure di semplificazione.

Alcune Regioni hanno già sfruttato la predetta possibilità, tramite specifici accordi con le ASL di competenza e gli Uffici Scolastici regionali.

Pochi i bambini tenuti fuori da nidi e asili, ma tanti ancora da vaccinare.   A Milano gli scolaretti rispediti a casa sono diciannove, a Padova una decina, così in una scuola di Roma, nella zona di La Rustica. I genitori in alcuni casi si sono rivolti ai carabinieri o agli avvocati ma con scarsi risultati. Solo in pochi casi come a Latisana, in Friuli, dove facendo intervenire un avvocato che ha esibito la ricevuta della raccomandata di prenotazione delle vaccinazioni, una madre è riuscita a fare riammettere la figlia esclusa ha funzionato.

In Toscana si è scelto un approccio meno burocratico: solo a chi risultava in posizione irregolare le scuole hanno chiesto i documenti di vaccinazione o il foglio di prenotazione delle vaccinazioni necessarie. Dei 146.836 bambini toscani dentro la fascia di età che va da zero a sei anni (nido e materna), sono 22.156 quelli inadempienti, i bimbi cioè che, ha informato ieri la Regione, risultano non aver iniziato o completato le vaccinazioni. In pratica il 15% del totale, con le province di Prato, Pisa e Livorno con il maggior numero di bimbi non in regola. Approccio soft anche in Trentino dove risultano 907 bambini ‘non conformi’ nella fascia d’età da 0 a 3 anni e 745 in quella tra 3 e 6 anni, dove si consegneranno avvisi ma alle espulsioni si arriverà eventualmente solo a fine ottobre, dopo verifiche e invio di raccomandate.

Non si segnalano problemi in Emilia Romagna e Marche, mentre in Lombardia è stato firmato ieri un decreto che formalizza il percorso di recupero dell’inadempimento per convincere entro 40 giorni coloro che non hanno consegnato nel termine stabilito la documentazione richiesta dalla legge.

La sindaca di Roma, Virginia Raggi,  in una lettera inviata alla  Lorenzin e alla sua collega dell’Istruzione, Fedeli, parla di normativa ‘confusa’ e ‘poco chiara’, ‘applicata in modo difforme da Regioni e Comuni in tutta Italia’ e paventa il rischio di una ‘discriminazione tra cittadini di serie A e di serie B rispetto alla loro collocazione geografica’.

In serata, le ministre hanno risposto alla Raggi in merito alle precisazioni tecniche, esprimendo ‘apprezzamento’ per la decisione del Campidoglio di allinearsi comunque alle norme fornite dalle circolari ministeriali.

Ma anche la Regione Piemonte chiede chiarezza e ha chiesto un incontro della conferenza Stato-Regioni. Entro la data ultima per mettersi in regola fissata al 10 marzo 2018, ha dichiarato l’assessora all’Istruzione della Regione Piemonte, Gianna Pentener,  occorrerà che i ministeri competenti, in sinergia con le Regioni, intervengano per dettagliare meglio le regole di comportamento da seguire nei confronti delle famiglie inadempienti.