La guerra in Ucraina costringe la Casa Bianca a cambiare strategia nei rapporti con i rivali di sempre: Cina e Russia. Fino a pochi mesi fa, gli Usa strizzavano l’occhio a Putin nell’intento di isolare la Cina. Oggi Biden cerca di dialogare con il Presidente cinese per isolare Mosca e trascinarlo su un terreno di neutralità. Del resto lo stesso Xi, pur ribadendo l’amicizia con la Russia, apertamente ha criticato l’attacco di Putin all’Ucraina. Biden dal canto suo, mette sul piatto della bilancia lo strapotere finanziario degli Usa come contraltare al possesso delle armi nucleari. La Cina ha grossi interessi nell’economia globale e in particolare con la parte più ricca che è rappresentata dall’Occidente, dove trova i suoi principali sbocchi commerciali. In questo momento il gigante cinese patisce un lento ma progressivo rallentamento nella crescita e una perdita di fiducia presso gli Stati occidentali. Non trarrebbe nessun beneficio se rimanesse ferma sulle posizioni di Putin e le aziende cinesi indirettamente potrebbero subire i contraccolpi delle sanzioni contro Mosca. Di questo XI ne è consapevole tant’è che i media cinesi parlano sempre con molto equilibrio del conflitto ucraino ed evitano appoggi palesi a Putin. Ma tornando a Biden, la sua affannosa ricerca di un’intesa con la Cina è dettata dal fatto che è consapevole del disegno egemonico del gigante asiatico e che Xi ne sarà l’interprete e forse l’artefice della creazione di un nuovo ordine internazionale. L’unico ostacolo a questo disegno senza dubbio è la supremazia del dollaro a livello globale e il fatto che in un certo qual senso rappresenti i valori dell’Occidente. Questo spiega la cautela e l’equilibrio cinese che cerca, a tutti i costi, di tenere ferma la sua posizione nei due mondi. Da una parte il Presidente cinese non vuole dare per sconfitto Putin, dall’altro sostiene che la vendita delle armi alla Russia rientra in un normale scambio commerciale che avviene normalmente anche in tempo di pace. Ma è indubbio che l’indebitamento della Russia fa gola alla Cina che già si avventata sulle sue aziende e ne sta facendo incetta al 40% del loro valore. Del resto con l’abbandono delle aziende occidentali del territorio russo, non poteva accadere diversamente: una vera e propria colonizzazione. Molti analisti internazionali ed esperti di geopolitica ritengono che i due autocrati, quello russo e quello cinese tendono sempre di più ad accentrare il potere nelle loro mani e a creare un vero e proprio culto della loro persona. Ci permettiamo di dissentire da questo giudizio, perché ad oggi, Xi non ha ancora commesso errori irreparabili anche se il suo equilibrismo non è immune da rischi. Finora il leader cinese , forse, ha creduto in Putin e alla sua azione di portare un conflitto in Europa per indebolirla insieme a tutto l’Occidente, mettendone a nudo le sue divisioni, le sue indecisioni, i suoi eterni dilemmi. Ad oggi ha avuto l’effetto inverso, con un Occidente unito nella lotta contro il tiranno russo. Ma si sa che i cinesi sono molto pazienti e sanno attendere. Dobbiamo attrezzarci perché il futuro dell’Occidente dipenda solo da noi .
Andrea Viscardi