Berlusconi: Stefàno, incandidabilità? Grazia non c’entra

Silvio Berlusconi, grazia o non grazia, comunque non potrebbe essere ricandidato alle prossime elezioni. Per l’ex presidente del consiglio le porte del Parlamento resterebbero comunque sbarrate perché l’eventuale intervento di clemenza del presidente della Repubblica riguarderebbe la pena principale e non “sugli effetti della condanna”. La precisazione arriva da Dario Stefàno, presidente  Giunta per le Immunità. “L’eventuale grazia che potrebbe concedere Napolitano non c’entra nulla ai fini dell’ incandidabilità perché la grazia interverrebbe sull’esecuzione della pena principale e non sugli effetti della condanna”. “Le parole di Napolitano si sono limitate a chiarire, anche in fatto di grazia, quale sia la procedura ma non aprono alcun nuovo scenario se non quello di chiarire quale sia la legge”, aggiunge l’esponente di Sel. “Rispetto al tema dell’incandidabilità – prosegue – un’eventuale concessione della grazia non c’entra niente perchè questa avrebbe effetti solo sull’esecuzione della pena principale e non sugli effetti della condanna, che è il dato giuridico rilevante”. Quello della grazia è “un tema che nulla ha a che vedere con l’incandidabilità che, per quanto riguarda l’attualità, è un’incandidabilità intervenuta e quindi è materia della Giunta. Ma per quanto riguarda il futuro dovranno sancire l’incandidabilità gli organi che devono pronunciarsi sulle candidature e cioè l’ufficio elettorale”. “L’incandidabilità – conclude Stefàno – alla luce di quanto previsto dalla legge Severino, è un effetto della condanna e come tale resta a prescindere dal fatto che poi tu la condanna la sconti in carcere, agli arresti domiciliari o all’affidamento in prova ai servizi sociali”.

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