Berlusconi in Europa per illustrare la manovra. Salta l’incontro con i pm di Napoli

Fornire all’Europa gli “adeguati chiarimenti” sulla manovra. E’ questa la versione di Silvio Berlusconi sulla sua discussa trasferta che oggi lo vede impegnato a Bruxelles e Strasburgo per incontrare il presidente del Consiglio dell’Unione Van Rompuy e quello della Commissione Ue, Josè Barroso. Un viaggio che l’opposizione definisce una messa in scena per sfuggire ai pm di Napoli che avrebbero dovuto oggi sentirlo a palazzo Chigi come persona informata sui fatti nell’affaire Tarantini-Lavitola. “E’ assurdo”, ha risposto Berlusconi. Ad alimentare i dubbi sul viaggio europeo del Cavaliere si è aggiunta la dichiarazione del presidente del Parlamento europeo, Jerzy Buzek, che lo ha gelato facendo sapere che non potrà dedicargli più di un paio di minuti, visto che non si tratta nemmeno di una visita ufficiale. Di certo la trasferta del premier, nonostante la necessità di assicurare l’Europa sui provvedimenti economici italiani, ai più sembra essere studiata a puntino per sfuggire all’interrogatorio dei magistrati italiani. Oltre agli incontri con Van Rompuy e Barroso, rispettivamente in mattinata e il pomeriggio, il premier avrà anche una riunione di coordinamento presso la delegazione italiana e un colloquio con il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani. La trasferta europea del premier arriva con il doppio timore legato da una parte al rischio ventilato ieri in Europa di “azioni aggiuntive” per salvare i conti italiani e dall’altro, alla fine delle indagini dell’inchiesta di Bari su Tarantini che potrebbe portare da metà settimana sulla stampa un bel po’ di intercettazioni definite “imbarazzanti”. Sul fronte giudiziario, la strategia del premier è quella di tentare di evitare di incontrare Woodcock & C. Anche perché, è il suo ragionamento, la procura di Napoli non ha alcuna competenza. Il presidente del Consiglio continua a sostenere di aver soltanto aiutato una famiglia in difficoltà e si sfoga contro quello che ritiene l’ennesimo accanimento di certi pm che tentano di sovvertire la volontà popolare per via giudiziaria. E se nei momenti di scoramento con alcuni collaboratori fidati butta lì la sua voglia di mollare, di certo Berlusconi rispedisce al mittente qualsiasi ipotesi di ‘exit strategy’ in cambio di un suo imminente  allontanamento da palazzo Chigi. E ribatte “mi sfiducino in Parlamento, vedremo chi ha i numeri”.

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