Berlusconi frena su Forza Italia: “Solo una proposta”. Ex An in rivolta

Solo “un’idea, una proposta” sicuramente riportata male dai giornalisti. Dopo l’intervista rilasciata al quotidiano tedesco ‘Bild’ con l’annuncio che il Pdl “riavrà presto il suo vecchio nome: Forza Italia”, Silvio Berlusconi è costretto a fare subito dietro front. “Nell’intervista apparsa sul giornale Bild, l’idea del cambio di nome dal Popolo delle Libertà a Forza Italia è stata equivocata trattandosi, com’è logico ed evidente non già di una decisione assunta, ma solo di un’idea, di una proposta, da discutere e da verificare nelle sedi proprie”. L’ex presidente del consiglio si affida ad una nota per precisare e rettificare l’intervista al quotidiano tedesco. Un repentino, immediato e quanto insolito passo indietro quello del Cav, che ha fatto della comunicazione un pilastro del suo successo. Berlusconi si è reso conto che la sua uscita rischiava di sortire l’effetto contrario: spaccare un partito proprio nel momento in cui scende in campo per evitare un tracollo elettorale quasi sicuro. Ma non c’è dubbio che l’ex premier, con questa intervista, ha voluto smuovere le acque e tastare il polso di deputati e senatori e poi degli elettori. Ma il mal di pancia è venuto soprattutto agli ex di An che, tra mille distinguo ‘tattici’ (in gioco ci sono le candidature) hanno tuonato contro le parole dell’ex inquilino di palazzo Chigi e minacciato di uscire dal Pdl. L’idea, invece, piace ai giovani del partito e soprattutto ai vecchi forzisti.

Le reazioni degli ex An. E’ Giorgia Meloni, la giovane ex ministro e deputata ex An, ad avere il coraggio di bocciare pubblicamente il ritorno di FI. “Io in Forza Italia non ci vado. Alleati sì, sottomessi mai”. Anche dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, arriva un ‘niet’ giudicando un ritorno al passato “non digeribile”.“Un anno fa abbiamo eletto Alfano con la chiara indicazione di una successione a Berlusconi. E un mese fa l’ufficio di presidenza ha deciso di svolgere le primarie. Adesso non possiamo dire che abbiamo scherzato”. Ed il sindaco di Roma invoca il chiarimento. “Non è possibile continuare a leggere queste notizie sui giornali. Serve un chiarimento negli organi ufficiali del partito”. Anche Ignazio La Russa dice di aver saputo della notizia leggendo i giornali e ribadisce che “non si cambia da un giorno all’altro” facendo, questa volta, l’annuncio su un giornale tedesco. Dichiarazioni che farebbero propendere ad un ritorno al passato ma questa volta targata AN. Alfredo Mantovano, deputato pidiellino vicino a Gianni Alemanno, boccia l’ipotesi di un ritorno al simbolo di Fi, ma vede di buon occhio il ‘ritorno in campo’ di Silvio Berlusconi come candidato premier. Ma tra gli ex uomini di destra c’è anche una fronda ‘possibilista’. In un’intervista a Tgcom24, Massimo Corsaro, vice capogruppo del Pdl, dice di credere nel Pdl non spingerà per un ritorno ad An. “Chi come me ha deciso di costruire il Pdl arrivando da destra lo ha fatto credendoci più degli altri. Era più facile passare da Forza Italia al Pdl che da An. Se il tentativo è quello di tornare indietro, io dico che non spingerò per il ritorno ad An, io credo nel PdL”. Per Mario Landolfi, parlamentare Pdl, ex ministro ed ex An, l’uscita di Berlusconi “è un modo per vedere l’effetto che fa”. Maurizio Gasparri è pronto a sostenere “con lealtà” la candidatura di Silvio Berlusconi mentre Altero Matteoli chiude la strada alla nascita di un nuovo partito e al ritorno ad An.

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