Berlusconi di traverso alla Meloni: “Scelgo io il premier”

Dopo sole ventiquattro ore dall’accordo ratificato nel centrodestra su scelta del premier e collegi,  dove ha dovuto ‘ingoiare’ le legittime pretese di Fratelli d’Italia, Silvio Berlusconi torna a rivendicare il ruolo proprio e quello di Forza Italia rispetto agli alleati Salvini e meloni, arrivando a sconfessare l’accordo stesso sostendendo che sarà Forza Italia ad indicare il premier del centrodestra eventuale vincitore delle elezioni del 25 settembre.

“Sarà Forza Italia ad indicare il premier perché io scendo in campo anche stavolta in una campagna elettorale come ho fatto diverse volte, perché sento dentro forte il dovere di farlo e quindi faremo una campagna elettorale in cui cercheremo di far pervenire agli italiani tutte le motivazioni che avrebbero nell’indicare noi con il loro voto” alle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Lo ha detto Silvio Berlusconi a Zona bianca, su Retequattro.

L’esito del vertice di centrodestra potrebbe essere messo in discussione dalla scelta dei candidati premier? “No, non credo perché io lì rappresento l’esperienza, la saggezza, vorrei dire anche la coerenza” ha replicato il Cavaliere.

“Inizio una campagna elettorale che vorrei fare in prima persona – ha rimarcato – una campagna molto forte diretta a far capire ai cittadini tutte le cose che adesso sembra che ancora non siano chiare, per portare Forza Italia ad essere la colonna principale del centrodestra“.

“Io penso che noi riusciremo con una presenza importante in questa campagna elettorale a spiegare tante cose agli italiani e credo che questo sarà molto utile al nostro Paese. Con Forza Italia – ha ribadito Berlusconi – conto di arrivare al 20%”.

“Io come al solito ho messo in campo la mia generosità e quindi ho ridotto di qualche numero i collegi “spettanti a noi, che vengono dati a noi sulla base dei sondsggi attuali, mentre io come le dicevo spero in questa campagna elettorale di portare Forza Italia dall’11%, intorno al quale è adesso, almeno al 20%”. Questo il passaggio sull’assegnazione dei collegi, che sono il vero grimaldello con cui lo stesso Berlusconi e Salvini puntano a ‘neutralizzare’ la superiorità della Meloni. Perché è vero che nell’accordo la ripartizione premia FdI, ma sarà la scelta dei collegi in cui la vittoria è pressoché certa a fare la differenza. E qui Lega e Forza Italia non cederanno, perché quella sarà la partita decisicìva dentro il centrodestra.

Un altro problema per la Meloni è la percezione della collocazione internazionale dell’alleanza. Fratelli d’Italia ha qualche problema di classe dirigente, tra scarsa esperienza e nostalgie fasciste ostentate qua e là, ma la leader ha investito gli ultimi anni per tenere il partito saldamente ancorato agli Usa e alla Nato. Cosa chde non si può dire di Salvini e Berlusconi, decisamente più vicini all’orbita putiniana. Un elemento di forza per Giorgia, che può però divenire una debolezza una volta al governo. Anche in questo senso, andrà trovata una sintesi efficace.

Silvio Berlusconi non cambierà mai e crede che scegliere il premier in questo preciso momento politico sia come scegliere la guida del bunga bunga, poi c’è motivo di credere che Giorgia Meloni prenda più voti rispetto a quelli che prenderanno Salvini e Berlusconi messi insieme…

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