Berlino, Alfano conferma la morte di Fabrizia

Il ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Angelino Alfano, ha confermato la morte di Fabrizia Di Lorenzo nell’attentato di lunedì scorso a Berlino: ‘La magistratura tedesca, così come ha comunicato il ministero degli Esteri della Germania, ha esaurito le verifiche necessarie e purtroppo, ormai, c’è la certezza che, fra le vittime, c’è l’italiana Fabrizia Di Lorenzo. Sono affettuosamente vicino alla famiglia e ai suoi cari, condividendone l’immenso dolore’.  Un messaggio di cordoglio è arrivato via Twitter dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: ‘L’Italia ricorda Fabrizia Di Lorenzo, cittadina esemplare uccisa dai terroristi. Il Paese si unisce commosso al dolore della famiglia’.  Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si unisce al dolore della famiglia di Fabrizia: ‘Il dolore per la sua morte è grande. Ancora una volta una nostra giovane connazionale rimane, all’estero, vittima della insensata ed esecrabile violenza del terrorismo. Esprimo ai genitori e al fratello di Fabrizia la solidarietà e la vicinanza di tutto il nostro Paese’. Fabrizia appartiene alla cosiddetta generazione Erasmus, ed aveva scelto   un percorso formativo orientato all’integrazione tra i popoli e alla lotta alla discriminazione. Dopo la laurea triennale alla Sapienza di Roma in Mediazione linguistico-culturale, ha conseguito la magistrale all’Alma Mater di Bologna in Relazioni internazionali e diplomatiche,  e un master alla Cattolica di Milano in tedesco per la comunicazione economica. Da qualche anno viveva a Berlino, dove lavorava in un’azienda di trasporti. Una vocazione, quella di Fabrizia, che emerge anche da frasi, citazioni, immagini postate su Twitter, un susseguirsi di messaggi contro la discriminazione razziale e appelli a non confondere il terrorismo con l’immigrazione. Fabrizia era stata costretta ad andare via da Sulmona per motivi di lavoro, il lavoro che manca, a seguito di una crisi economica che sta soffocando uno dei territori più belli dell’Abruzzo interno. O il call center con l’aiuto di qualche politico influente o la via dell’emigrazione, alla ricerca di quell’affermazione nel campo professionale e del lavoro. Lei aveva scelto la seconda strada, quella più difficile, contando sulla sua forza e sulle sue capacità. Fabrizia da martedì mattina era ufficialmente data per dispersa perché non si era  presentata al lavoro nell’azienda di Berlino dove lavorava. E da quando un ragazzo ha ritrovato il suo cellulare tra le bancarelle dei mercatini di Natale dove il tir, lunedì sera,  ha lasciato dolore, angoscia e morte.

Moreno Manzi

 

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