Per difendere suo figlio dall’accusa di stupro, Grillo si comporta nel modo più spregiudicato possibile. Già all’inizio, attraverso i suoi legali, ha provato a far emergere l’immagine di una modella, e non di una studentessa. Inoltre, in tutte le occasioni viene definita sempre come italo-svedese, quando la ragazza è italiana. Anche in questo caso, si può pensare a una suggestione mediatica. L’immagine della Svezia come terra di “donne libere” rispetto alle nostre, è un retaggio antico ma, evidentemente, che funziona ancora secondo la strategia dei legali di Grillo.
Grillo – scrive Repubblica – ha dato mandato a un medico legale di fare una perizia sulla ragazza. Ha chiesto di fare delle «indagini conoscitive» su Silvia, 19 anni. L’intento di Grillo senior è chiaro. Vuole far intendere che Silvia si sarebbe fatta volontariamente condurre dal letto dove stava dormendo, alle 4 di mattina, per finire in un box doccia. E qui sottostare alle attenzioni sessuali di quattro giovanotti conosciuti poche ore prima.
Il costosissimo superconsulente è Marco Salvi. Il medico, conosciuto per aver lavorato ai casi del serial killer Donato Bilancia e all’omicidio di Carlo Giuliani durante il G8, avrebbe il compito di ricostruire la personalità e il carattere della giovane. La parcella d’oro è l’ultimo dei problemi per Beppe Grillo. Attraverso filmati e foto, il dottor Salvi dovrebbe stabilire quanto la ragazza fosse realmente ubriaca o capace di intendere e volere la notte del 16 luglio 2019.
Intanto, uno degli amici di quella sera, ha scaricato gli altri. Lo riporta La Stampa. Francesco Corsiglia, 22 anni, due settimane fa davanti al procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso ha raccontato la sua verità, diversa da quella riferita da Ciro e dagli altri. Ha ammesso, sì, d’essere stato pure lui presente quella notte, ma ha rimarcato di non aver nulla a che fare con la violenza di gruppo. ‘Dormivo’, fatto mettere a verbale. Ha precisato d’aver avuto un rapporto sessuale con Silvia, la studentessa che li ha poi denunciati a Milano, ma ‘consenziente’. Non solo. Corsiglia ha evidenziato d’essere l’unico che non compare nelle foto e nei video fondamentali secondo i pm nel provare lo stupro. In particolare, è assente da un selfie (trovato in uno dei telefoni cellulari sequestrati) in cui Ciro Grillo ha immortalato se stesso dove non si vede lo stupro, ma descrive lo sballo osceno di quella notte.
Di sicuro, una brutta storia. Ed è improbabile che il super consulente ingaggiato da Grillo riesca a ribaltare la verità dei fatti.
Alla domanda su cosa ne pensa della `colpevolizzazione delle vittime´, l’esperto di comunicazione risponde: ‘Credo effettivamente che ci sia una visione maschilista in casi come questo, per cui spesso si cerca di dare la colpa alle donne, e questa è una cosa che va superata. Quello era un video in un momento particolare, lo prenderei come un momento di difficoltà». E quando gli viene fatto notare che ‘il danno è fatto’, Casalino conclude: ‘Succede quando ti fai travolgere dalle emozioni. Succede a tutti gli esseri umani di sbagliare in un momento emotivo particolare’. Sottolineando che ‘il Movimento ha preso una posizione chiara. Differenziandosi dalle esternazioni di Grillo, specialmente sul tema delle donne, anche sul tema della giustizia, sull’indipendenza della magistratura’.
Dopo giorni di silenzio, i genitori di Silvia, la ragazza che accusa di stupro Ciro (il figlio di Beppe Grillo) e i suoi tre amici, tramite il loro legale Giulia Bongiorno tornano a parlare, come rende noto il Corriere della Sera. La madre e il padre della giovane hanno affidato all’avvocato un comunicato duro.
«Falsità sul conto di nostra figlia”, con “frammenti di video intimi” che “vengono condivisi tra amici, come se il corpo di nostra figlia fosse un trofeo: qualcosa che ci riporta a un passato barbaro che speravamo sepolto insieme alle clave”. Così nella nota i genitori di Silvia.
E ancora: “Non è facile rimanere in silenzio” – viene sottolineato nel comunicato – davanti alle falsità “che si continuano a scrivere e a dire sul conto di nostra figlia aggiungendo dolore al dolore: il nostro e il suo. D’altro canto, sarebbe fin troppo facile smentirle sulla base di numerosi atti processuali che sconfessano certe arbitrarie ricostruzioni e che, per ovvie ragioni, non possono essere resi pubblici”.
La mamma e il papà della ragazza aggiungono di avere fiducia nella giustizia e promettono che ci saranno conseguenze per chi “tira al bersaglio”.
«Confidiamo – si legge sempre nella nota – nel fatto che tutto questo fango sarà spazzato via facendo emergere la verità. In ogni caso, la fiducia nella giustizia e il rispetto per le istituzioni — che ci hanno guidato finora e che continueranno a guidarci in futuro— non significano che siamo spettatori passivi”.
“Abbiamo conferito mandato al nostro legale di agire in sede giudiziaria contro tutti coloro che a qualsiasi titolo partecipano e parteciperanno a questo deplorevole tiro al bersaglio”, concludono.